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10/10

Il Bacio Della Pantera regia di Jacques Tourneur

Horror
recensione di Antonio Falcone

Irena Dubrovna , una bella disegnatrice di moda, crede di essere vittima di un’antica maledizione legata al suo popolo, secondo la quale lasciandosi andare alla passione si trasformerebbe in una feroce pantera. Sposatasi con l’ingegnere navale Oliver, rifiuta di avere rapporti sessuali e a nulla valgono le visite presso un noto psichiatra, che decide però di attuare un estremo tentativo…

Negli anni Quaranta l’horror era un genere ormai consolidato nel mondo cinematografico, poteva vantare tanti sostenitori, ma da tempo si era fossilizzato in saghe dal sapore troppo seriale.

Nello stesso periodo prese però piede un nuovo filone che, pur con un budget limitato, riuscì a sviluppare canoni nuovi, volti a superare e ad innovare le consuete tecniche narrative, riscoprendo la creatività degli esordi, i cosiddetti B-Movies; il manager della RKO, Val Lewton, forse spinto più da necessità finanziarie che da intuizioni artistiche, diede il via a quello che verrà definito “horror suggerito”, incentrato più su allusioni e ambiguità che su sangue e violenza, così da coinvolgere l’immaginario degli spettatori; primo film con tali caratteristiche è Il bacio della pantera (Cat People), del 1942, con Jacques Tourneur alla regia e DeWitt Bodeen come sceneggiatore. L’ingegnere navale Oliver Reed (Kent Smith) si innamora di Irena Dubrovna (Simone Simon, stupendamente felina), disegnatrice di moda di origine slava; una volta sposati la donna si rifiuta di avere rapporti sessuali, essendo convinta che su di lei incomba un’antica maledizione legata al suo popolo: lasciandosi andare alla passione si trasformerebbe in una feroce pantera. Oliver, stanco della situazione, si confida con la collega Alice (Jane Randolph), che gli consiglia di far visitare la moglie da un noto psichiatra, il dottor Judd( Tom Conway).

Questi è convinto che Irena soffra di paure legate alla sua infanzia, non crede alla maledizione, e, per averne la prova, la bacerà: la donna si trasformerà in pantera e assalirà il medico, che riuscirà comunque a ferirla a morte prima di soccombere.

È un film in apparenza minore ma in realtà ricco di contenuti, un vero vortice di mistero e raffinati sottintesi sessuali, che porta lo spettatore a chiedersi, anche dopo la tragica conclusione, se veramente Irena sia vittima di una maledizione o se sia affetta da problemi psicologici che le impediscono di esprimere la propria sessualità; il regista Tourneur è molto abile nell’insinuare tale dubbio, alludendo continuamente senza affermare nulla, alimentando il film con sinistri simbolismi e scene ancora oggi terrificanti ( una su tutte, quella in cui Alice immersa in una piscina avverte la presenza della pantera), dando,con un accorto uso delle luci, un tocco neoespressionista al genere horror. Vi furono un seguito (The curse of Cat People, di Robert Wise, 1944) ed un remake nel 1982, diretto da Paul Schrader, con Nastassia Kinski nel ruolo di Irena: i moderni effetti speciali e la sensualità della protagonista, non riescono però a creare alcun contatto con quella sottile linea dell’inconscio sospesa tra paura e libertà sessuale ( “Dal peccato divise le due parti dell’essere, l’una e l’altra troveranno debita morte”, recita una voce alla fine del film originale, traducendo i versi che appaiono in sovrimpressione, tratti da Holy Sonnets di John Donne).

V Voti

Voto degli utenti: 9/10 in media su 2 voti.
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loson79 10/10

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synth_charmer (ha votato 8 questo film) alle 14:31 del 19 gennaio 2011 ha scritto:

Uh la la, che film bellissimo! Uno dei migliori Torneur, insieme a quello de Le Catene Della Colpa. Bella rece

Antonio Falcone alle 16:44 del 19 gennaio 2011 ha scritto:

Il bacio della pantera

E' tra i miei film preferiti, tra quelli che rivedo spesso e volentieri, restando sempre affascinato dal"non detto",da ciò che non si vede o più semplicemente si intuisce. Condivido in pieno il pari merito con "Le Catene Della Colpa". Grazie per i complimenti.

loson79 (ha votato 10 questo film) alle 17:16 del 20 gennaio 2011 ha scritto:

Van Lewton genio.