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7/10

L'altro volto della speranza regia di Aki Kaurismäki

Drammatico
recensione di Alessio Giuffrida

Un restauratore col vizio del gioco diventa a mico di un gruppo di rifugiati appena arrivati in Finlandia.

 

Con questo film Aki Kaurismäki cerca di scardinare gli ipocriti preconcetti europei riguardante il discusso – tra l’altro contemporaneo – esodo migratorio  ; nella storia del vecchio continente, la creazione e l’applicazione di pregiudizi stereotipati contiene fondamentalmente un eco sinistro. L’altro volto della speranza è per certi versi un cosiddetto film di tendenza che tenta senza alcuno scrupolo di influenzare le visioni e le opinioni dei suoi spettatori, cercando al tempo stesso di manipolare – nel senso buono del termine – le loro emozioni al fine di raggiungere questo scopo. L’altro volto della speranza vede una storia onesta, con una stratificata malinconia trainata da un salace umorismo che sotto certi aspetti adultera – in maniera morigerata – il concetto realistico dell’individualismo.

Il chiaro ritorno ad una metrica stilistica già conosciuta, adottata in passata e profondamente amata …. Il solito umorismo – connotato caratteristico di Kaurismäki – che converge la naturalezza di un film in un qualcosa di inusuale. Eloquio minimo con una scelta stilistica fondata principalmente sulle espressioni, sospese in un abbattimento esistenziale che assomiglia ad una quasi amoralità. La capacità di deviare una storia offrendo non uno ma ben due protagonisti. Fondamentale l’apporto musicale capace di accompagnare una storia tanto controversa quanto stabile. Kaurismaki esegue un vero e proprio scomponimento di categorie con insana irregolarità; il regista finlandese ha come premura quella di attuare una critica sociale – del tutto soft – a vari fenomeni connessi all’immigrazione – dal caporalato alla disuguaglianza razziale – cercando di sensibilizzare nel modo giusto il pubblico spettatore. Assoggettare la globalizzazione rendendola vulnerabile attraverso un semplicismo sopraffino. Poco fruibile sotto certi versi ma L’altro volto della speranza mira ad ironizzare con incisività l’apparato multietnico “sbeffeggiando” al tempo stesso l’ignoranza. Un umorismo secco, del tutto laconico, seducente, a suo modo dolce con un’irriverenza fuori dal comune … questo è L’altro volto della speranza ….

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