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7/10

Basilicata Coast To Coast regia di Rocco Papaleo

Commedia Italiana
recensione di Ivano Triggiani

Quattro ragazzi fanno parte di un complesso, un po' sgangherato sebbene molto apprezzato da amici e parenti, ma hanno voglia di provare a fare qualcosa in più. Così, con la complicità di una giovane reporter locale, affrontano un viaggio a piedi dal Tirreno allo Ionio attraversando l'amata regione che ha dato loro i natali, per arrivare a partecipare ad un festival canoro, meta simbolica del sofferto pellegrinaggio.

 

Rocco Papaleo ha sempre un po' patito il fatto che nessuno comprendesse da dove venisse, di dove fosse quel suo accento strano che sembrava pugliese, ma non lo era davvero. Probabilmente stanco di non avere un riferimento geografico sufficientemente valutato, sentitosi schiacciato dalla rinascita pugliese e dalla tradizione calabrese, crea un depliant cinematografico, una riscossa lucana con scenografie paesaggistiche formidabili.

È vero che i suoi limiti come regista sono notevoli e se la buona creatività sta nel mascherare i difetti con espedienti che non diano all'occhio, Papaleo ci riesce grazie al filmato amatoriale della reporter, alla fotografia naturale della Basilicata e a piccole trovate comiche degne dei fratelli Marx: Max Gazzè nei panni di Franco, muto e riccioluto, è una evidente versione al contrabbasso di Harpo.

Purtroppo è difficile mascherare un montaggio pieno di sbavature grossolane e un microfono perennemente in vista, anche se, sinceramente, questi dettagli sgradevoli li abbiamo visti anche in costosissime produzioni internazionali.

Buoni tutti i protagonisti maschili, Gassman che anela alla gloria televisiva, Briguglia che tenta di superare un blocco personale e, tutti quanti in genere, nell'ovvia ricerca di se stessi. Buona anche Michela Andreozzi (che fu una poliziotta de 'La Squadra'), nei panni della moglie comprensiva di Papaleo. Pessima, invece, come troppo spesso accade, Giovanna Mezzogiorno: isterica in modo insopportabile (non si capisce perché in ogni film prima o poi si mette sempre ad urlare...) e discontinua nell'interpretazione al punto che gli autori devono ipotizzare una schizofrenia del personaggio per giustificarla.

È facile notare una valanga di possibili riferimenti cinematografici: oltre ai sopraccitati fratelli Marx, il film richiama ogni road movie alternativo (chi ricorda Fandango con Kevin Costner?), ma c'è anche il sospetto che nessuno di questi rimandi sia poi così importante qui.

Un film gradevole e consigliabile: non un capolavoro, ben lungi dall'esserlo. Se, però, il cinema italiano ritrovasse la voglia di inventare qualcosa di semplice e coinvolgente come ha fatto Papaleo, probabilmente non si limiterebbe a soffrire le pene d'amore di aspiranti tronisti e novelle veline.

E ricordate: che ci crediate o no, la Basilicata esiste davvero.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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alexmn 8/10

C Commenti

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frankbin (ha votato 7 questo film) alle 13:58 del 2 aprile 2011 ha scritto:

Concordo in toto con la tua recensione: film gradevole e un po' inconsueto anche se con dei limiti soprattutto di sceneggiatura...