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R Recensione

6/10

Immaturi regia di Paolo Genovese

Commedia
recensione di Antonio Falcone

Come reagireste se un bel giorno, mettiamo il caso, ormai adulti e sistemati, vi dovesse arrivare una raccomandata dal Ministero della Pubblica Istruzione che vi invita a ripetere l’esame di maturità, causa un disguido burocratico?

Molti nel corso della propria esistenza avranno sognato, almeno una volta, di dover rifare l’esame di maturità: la commissione composta da persone sconosciute, la sensazione di sentirsi la testa come una lavagna bagnata, le mani sudate, la salivazione leggermente azzerata

E quanti tra coloro che hanno un’età intorno ai 40 anni, o poco più, sono stati tentati nel dare una connotazione elegiaca ai mitici anni ‘80, che poi di mitico hanno avuto la semplice circostanza di essere stati il teatro della nostra gioventù? In tale ottica si muove Paolo Genovese con Immaturi, sua seconda regia autonoma, una volta separatosi da Luca Miniero, dopo La banda dei Babbi Natale. Autore anche di soggetto e sceneggiatura, Genovese si conferma un regista valido, direzione morbida e sobria, né particolarmente invasiva né volta a particolari slanci, decisiva per la riuscita del film, grazie anche all’ambientazione curata e alle buone prove recitative, in particolare sul piano della bella confezione, con qualche limite invece nell’ambito strettamente contenutistico.

Al riguardo infatti si preferisce puntare più che su un’analisi sociologica, forse per non banalizzare o semplificare, o su un umorismo caustico e graffiante, nella tradizione della nostra commedia, su un’ironia leggera e garbata e sull’effetto nostalgia, volto quest’ultimo a far sì che un certo tipo di pubblico possa sentirsi coinvolto ed immedesimarsi, sino ad una sorta di catarsi purificatrice e auto assolutoria.

La voce narrante di Giorgio (Raoul Bova), psichiatra che convive felicemente con Marta (Luisa Ranieri), ci introduce nella vicenda, di come, a 20 anni di distanza dall’esame di maturità, lui e gli alunni di un liceo romano ricevano una lettera dal Ministero della Pubblica Istruzione: causa la falsa laurea di un membro della commissione, dovranno risostenere l’esame; si ricostituisce così il gruppo di studio dell’epoca, il citato Giorgio, Lorenzo (Ricky Memphis), agente immobiliare che ancora vive con mamma (Giovanna Ralli) e papà (Maurizio Mattioli), Luisa (Barbora Bobulova), manager separata con bimba, Francesca (Ambra Angioini), chef con un problema di sesso dipendenza, Piero (Luca Bizzarri) dj incapace di gestire seriamente una relazione e Virgilio (Paolo Kessisoglu), la pecora nera. Sarà l’occasione per riscoprire il senso di molte cose, dalla consapevolezza di sé sino all’amicizia come valore essenziale per continuare ad andare avanti, crescendo nella ricerca di una personale felicità.

Se l’idea di base non è certo una novità, anche nell’ambito cinematografico, lo è il modo di esporla:facendo leva sulla spontanea simpatia degli interpreti (particolarmente riuscito il siparietto Menphis - Mattioli- Ralli, quasi un film nel film), Genovese punta più sulla citata mitizzazione del tempo che fu, senza approfondire il gap generazionale o affrontare problematiche attuali, quali quelle lavorative, che spesso vanno di pari passo con i disagi esistenziali di molti 40enni, generazione di mezzo che sembra aver avuto tutto dalla vita, affrontando le difficoltà tra disillusione e malcelato cinismo; pur nella generale tendenza ad assecondare un intrattenimento leggero e non volgare, occorrerebbe dare a tali realizzazioni una caratterizzazione, estetica in primo luogo, ben precisa, perché si possa parlare definitivamente di nuovo cinema italiano, opere autoriali a parte, altrimenti tutto scorre e non si strapperà altro che un carino a mezza bocca.

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fabfabfab (ha votato 6 questo film) alle 14:46 del 22 febbraio 2011 ha scritto:

Recensione centrata. Un film "carino", si ride grazie alla famiglia di Ricky Menphis ma poco altro. Quando finisce ti viene voglia di riguardare "Compagni di Scuola" di Verdone.

Antonio Falcone, autore, alle 16:28 del 22 febbraio 2011 ha scritto:

Grazie. Oltre al citato "Compagni di scuola" mi è tornato in mente un film di due anni successivo e spesso dimenticato, "Italia-Germania 4 a 3", di Andrea Barzini, andando a memoria e restando sempre nel "made in Italy".

Enzo Barbato (ha votato 6 questo film) alle 15:20 del primo marzo 2011 ha scritto:

Leggero

Concordo pienamente con quanto scritto nella recensione e con quanto commentato da Fabfabfab. Se non fosse per qualche battuta di Maurizio Mattioli il film, nel complesso, risulterebbe abbastanza piatto. Una semplice commediola che pizzica con un pò d'amarcord. Per le famiglie la sera dopo il tg se fuori piove.

Peasyfloyd (ha votato 6 questo film) alle 16:04 del 4 agosto 2011 ha scritto:

mi ha sostanzialmente divertito (sicuramente non annoiato), e nonostante il giudizio di valore resti lo stesso vostro vorrei spezzare una lancia a favore del filmetto, che nonostante tutto riesce a riprendere efficacemente la crisi generazionale dei 35-40enni (ok un po' in ritardo rispetto a L'ultimo bacio) affrontando questioni non così scontate in modo non banale. Certo la conclusione poteva avere più mordente, ma nel complesso rimane una buona capacità di affrontare questioni complesse e concrete con un certo leggero umorismo (senza strafare) che non guasta