Qualcuno volo sul nido del cuculo regia di Milos Forman
DrammaticoOspedale Psichiatrico di Stato (State Mental Hospital), Salem: il giovane Randle McMurphy, appena trasferito da un campo di lavoro, viene condotto a colloquio con il dottor Spivey, primario dell’istituto. Questi spiega al giovane che verrà tenuto sotto stretta osservazione allo scopo di stabilire se la sua malattia mentale sia reale oppure simulata. McMurphy comincia a prendere confidenza con l’ambiente e, giorno dopo giorno, riesce a conquistare la simpatia e la fiducia degli altri pazienti malati, grazie al proprio anticonformismo e alla contagiosa euforia. Ma c’è chi non la pensa come lui: si tratta della caporeparto, la signora Ratched con la quale si viene a creare una forte inimicizia, a causa della rigidità di quest’ultima, che tratta i malati come persone di rango inferiore capaci solo di obbedire agli ordini. Anche la commissione di medici non vede di buon occhio McMurphy, giudicato pericoloso e sobillatore, e l’ennesima sua ribellione gli costerà molto caro
Film di forte impatto emotivo, Qualcuno volò sul nido del cuculo segnò il trionfo mondiale di Milos Forman, fino ad allora regista poco conosciuto, è celebrò la superlativa bravura di Jack Nicholson. La pellicola riscosse grande entusiasmo, vincendo 5 Premi Oscar tutti meritati. Meritati perché è un film che riesce ad esprimere qualcosa di veramente profondo, ovvero quella voglia e quel senso di libertà che appartiene a ciascun essere umano. Pur affrontando problematiche complesse e temi universali e fondamentali quali i diritti dell'individuo, il disagio psichico, la follia, ma anche la situazione dei Nativi Americani e le intolleranze culturali, la regia di Forman è capace di regalare perle emozionanti di cinema, grazie ad uno stile poetico che sfocia in un finale ad alto tasso emotivo. Senza dimenticare i propositi di denuncia sociale tipici degli anni ’70, in cui il fermento per l’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo era all’apice, Forman riesce a dare una piega soggettivistica alla pellicola, tralasciando lo stile documentaristico che pur si sarebbe adattato alle tematiche trattate. La contrapposizione tra vecchio e nuovo mondo è evidente: da un lato abbiamo i medici, la caporeparto e gli infermieri che considerano i malati come automi depersonificati e che sono ancorati ad un’idea di malattia come sciagura e quindi come difetto che riduce la dignità di una persona, dall’altro abbiamo le figure di McMurphy e dei malati, che riscoprono la bellezza di ridere e vivere, forse consapevoli in qualche modo che anche la loro esistenza vale la pena di essere vissuta. Della magistrale interpretazione di Nicholson abbiamo già detto, sono da menzionare anche le prove di Louise Fletcher, la protagonista femminile, e di tutti i comprimari: da un giovanissimo Christpher Lloyd, al debuttante Danny De Vito, ricordando anche l’indiano Will Sampson e Scatman Crothers (che reciterà con Nicholson anche in Shining). Il titolo, che nella traduzione italiana perde quasi completamente il suo significato originario, riprende il verso di una filastrocca inglese: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso ampio significa anche "pazzo”.
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