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R Recensione

10/10

Amadeus regia di Milos Forman

Musicale
recensione di Enzo Barbato

La vita e la morte del grande compositore austriaco vista dai rimorsi e dalle memorie di Antonio Salieri, il suo presunto assassino. In realtà, Mozart, sembra più che sia stato ucciso dalla sua stessa musica ma Salieri non riesce a trovare pace...

Fuori sta nevicando e le scaglie di ghiaccio poroso si adagiano con bencelata violenza sui plinti scuri che tappezzano gli spazi calpestabili della città. Il mio biliardo di ciliegio piange solitudine se non fosse per una lucida sfera bianca che faccio battere su tre sponde in maniera che mi indichi il tempo giusto per ciò che sto scrivendo. Non posso permettermi di sbagliare proprio ora, nel momento in cui mi sto accorgendo che la vita mi sta inesorabilmente abbandonando. No, proprio non posso. Un dio impreciso mi ha dato la possibilità di farsi suonare come strumento sulla terra e io l'ho annientato con la mia presunzione, con il mio egoismo, con la mia esuberante prosopopea, accidenti a me.

L'alcol e la gloria hanno fatto il resto, ma tu, perdonami Signore, non punirmi col dolore di non ritorno della morte, sono giovane ancora, non ho mai sbagliato una sola nota nelle mie composizioni, sono il più grande e lo sai, non farmi sbagliare proprio adesso. La superficie sottilmente crespa dei miei spartiti originali non è mai stata corrosa da lamette o elementi naturali atti a cancellare ingenue abnormità dipinte a matita. Mai, mai...

Sento che non mi stai ascoltando dio impreciso, ti sei voltato lasciandomi tra le spire di questo mediocre musicante italiano. Ti rendi conto che non posso farmi aiutare da un miserabile cadetto? Temo che sia l'unica ed ultima mia risorsa valida. Che punizione feroce mi stai infliggendo! Ecco perchè sei impreciso!

Inetto! Afferra quella matita appoggiata sul mio palissandro ben levigato e comincia a scrivere! Maledetto! Archi, voglio degli archi danzanti, leggeri, quelle corde devono essere accarezzate, plasmate, ammorbidite da una sensualità violenta, una sensualità tempestosa. Lo so che l'ossimoro non è per te piccolo musicante inesperto, ma non puoi permetterti di regalarmi figure barbine proprio adesso che la vita mi sta coprendo di ignominiosi sberleffi!

 

Ho bisogno di fiati, di ottoni folgoranti, di note prolungate che iniziano con uno strumento e terminano con un altro che ne prende le veci senza che nessuno se ne accorga. Ho bisogno di questi miracoli, disgustoso diffusore di veleno! Il dio impreciso mi ha gettato sulla terra per farsi suonare da me e rabbrividisco al solo pensiero che adesso, che sto scrivendo la mia morte, la stessa entità mi sta indegnamente dimenticando. Ehi! Dico a te dio impreciso! Ricordi come ti ho fatto divertire quando scrivevo la vita, i bordelli, gli alterchi tra erinni, le avventure amorose di gentiluomini imbellettati, di colorate parrucche incipriate e di pomposi metri e metri di valorosi tessuti profumati, di servi ubriachi, di ancelle disonorate, favolistiche orchestre e improbabili matrimoni? Ecco la mia punizione! Stai tranquillo che l'accetto volentieri! Sono stanco di tutto questo! Ho scritto abbastanza grazie a te e ora capisco che mi stai punendo. Mi stai frustando imponendomi di scrivere la morte. La mia di morte!

 

Ho bisogno di voci femminili, quelle che mi hanno fatto tanto divertire con adulteri e successi di carriera! Si quelle, piccolo "compositore" italiano! La mia ombra ti ha sempre ricoperto e ora ti stai prendendo la giusta rivincita. Ora che non ho più le forze neanche di battere il tempo mentalmente. Ho bisogno del mio biliardo e di vino, ancora un pò di vino. Sento i soprani isolati che spillano parole apparentemente sinistre, sento una speranza, si! Quelle potentissime voci femminili che recuperano grazia e aura alla sola nerbata al vento della mia mano destra.

 

Ho bisogno di tenori e baritoni, un coro fatto di loro! Ho bisogno delle loro voci roboanti, ho bisogno di cori tempestosi, scroscianti, violentemente drammatici, sinistri! La morte va cantata per bene, non con un lamento straziato, con una fusione geniale di voci maschili, che abbiano la capacità di infiammare ogni oscuro altare! Niente organi! Per carità! Lo stile ecclesiastico deve entrarci poco. La mia morte deve essere un'opera! Forza italiano! La potenza di dio deve avere un suo ultimo riscontro! Lui mi sta punendo ed io cercherò di infliggergli il mio ultimo colpo!

Taci! Piagnucoloso contadino! Prima che la mia opera venga consacrata da imponenti archi accompagnati dai tenori scelti da dio ho bisogno di un'oncia di tempo. Un'oncia che racchiuda la mia rabbia prima che il diaframma si contragga per l'ultima volta. Il mio ultimo respiro deve essere perpetuo e per esserlo ho bisogno di qualche minuto. Devo sfogare la mia rabbia! Via con i cavalli neri che sfregiano i mattoni grezzi delle strade! I loro zoccoli devono stridere sul terreno e i loro drappi funerei devono schiaffeggiare il gelido vento austriaco!

Dies Irae, Dies Illa! Crolla giù maledetta pioggia nera! Affonda nei ventricoli otturati del tempo! Voglio che i demoni taglino l'aria con le loro trombe e che tentino di ricucirle con gli archetti dei miei violoncelli! Voglio vederli soffrire in questo perverso gioco da pazzi prima di finire tra loro dimenticato da tutti! Avanti cori imponenti, fulminate il tempo con la vostra potenza elettrica! Non fate in modo che la speranza fluida della vita possa invadere ciò che è stato ormai imposto da dio! Tuonate baritoni! Tuonate soprani!, fatevi accompagnare nella ferocia di un crepuscolo ormai vicino!

La pioggia batte incessante ma sento che sta finendo. Qualcosa mi sta corrodendo le interiora! Sento che l'esito della mia punizione si sta materializzando e temo di non poter finire l'opera! No, questo no! Non puoi farmelo! Non puoi fare in modo che un mediocre conoscitore di musica possa completare una così imponente opera! Sono io il migliore, me lo hai detto tu ed io so di saperlo! Non puoi farmi questo!

Mi sento spacciato, qualcosa mi sta consumando dall'interno... finirò in una fossa comune dimenticato da tutti... che fine! Spero di sbagliarmi e la mia presunzione si cancelli col tempo... perdonami dio impreciso... fa che la mia musica sia eterna... eterna... te ne sono riconoscente...

A mio avviso trattasi del solenne testamento di Milos Forman, già consacrato con "Qualcuno volò sul nido del cuculo". 8 meritatissime statuette agli Oscar per quest'opera girata con il solo ausilio della luce naturale per lo più in sfarzosi interni. Al di là delle controversie storiche, che potrebbero anche passare e qualche imprecisione, il film è assolutamente di eccelsa qualità con Fred Murray Abrabham e Jeffrey Jones a livelli superiori. Un pò meno il discolo Tom Hulce ma comunque apprezzabile.

V Voti

Voto degli utenti: 9,3/10 in media su 4 voti.
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alexmn 9/10
ROX 10/10
drugo 8/10

C Commenti

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ROX (ha votato 10 questo film) alle 8:11 del 19 agosto 2011 ha scritto:

un capolavoro anche se la trama si svolge su una leggenda e non ha nessun fondamento storico