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8/10

Noi Siamo Infinito regia di Stephen Chbosky

Drammatico
recensione di Carlo Danieli

Charlie è un ragazzo che si accinge ad affrontare il primo anno di liceo, con un bagaglio di insicurezze, paure e traumi che l’hanno segnato fin da bambino. Il fatto che sia inoltre molto intelligente e profondo lo porta ad una preoccupante solitudine, finché non conosce due compagni di scuola dell’ultimo anno, Sam e Patrick. Con loro instaura una solida e intima amicizia, destinata a cambiargli la vita

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Stephen Chbosky decide di portare sul grande schermo quello che era stato il suo romanzo più importante, The Perks of Being a Wallflower, edito in Italia con il titolo di Ragazzo da parete, datato 1999. Un libro diventato un best seller in America e non solo, grazie alla notevole capacità di Chbosky di descrivere l’adolescenza con estrema delicatezza e poesia, soffermandosi su tematiche pur complesse ma delineate con realismo e pudore. Noi siamo infinito è un film intimo e personale, ma capace allo stesso tempo di rivolgersi ad adulti e non, grazie ad un linguaggio diretto e denso di significato. È un film che è un piccolo diario di un ragazzo comune, Charlie, sensibile e introverso, che si apre alla vita nonostante questa lo abbia già segnato con esperienze profonde, prima fra tutte il mistero della morte. Attraverso le sue lettere ad un amico immaginario, si viene perciò trascinati nel mondo adolescenziale, fatto di contraddizioni e problematiche che tutti noi abbiamo affrontato e che ancora continuano ad interrogare quel mondo: la scuola, l’amore, le amicizie, la droga, il sesso. Non è difficile per un verso o per l’altro identificarsi nel protagonista ed entrare in connessione con il suo mondo, soffrire con lui, sognare con lui, quasi fossimo noi stessi i destinatari di quelle lettere piene di vita. Nel panorama vasto che il cinema americano ci ha offerto sulla età dell’adolescenza e i suoi giovani ci mancava un film di questo tipo, dove i ragazzi sono decritti soprattutto con amore, lo stesso amore che un padre nutre per il propri figli. Chbosky , autore del libro e regista del film, oltre che artefice della storia sembra il padre non solo ideale del propri personaggi, visti con occhi benevoli e privi di giudizio. Quello che ne esce è una pellicola girata con sensibilità e senso del pudore, capace di trasportare lo spettatore nell’intimità dei personaggi. Gli interpreti in questo danno una grossa mano, rendendosi protagonisti di ottime prove. Ma soprattutto la colonna sonora recita un ruolo fondamentale, accompagnando le vicende di Charlie e dei sui amici con le note di Bowie, degli Smiths e dei Crowded House, solo per citarne alcuni. Ogni esperienza ha la sua canzone, ogni momento è legato ad una musica particolare, come accade a tutti noi nella vita. Un film assolutamente da non perdere.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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alexmn 7/10

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