A Quello che il film Lincoln non dice riguardo a Lincoln

Quello che il film Lincoln non dice riguardo a Lincoln

Riportiamo la traduzione, a cura della redazione di DinamoPress di una articolo apparso su Pùblico.es, che a partire dal recentissimo film dedicato al 16.esimo presidente americano, ne riporta alla memoria un interessante aspetto, dal film invece tralasciato.

Il film “Lincoln”, prodotto e diretto da uno dei registi più famosi degli Stati Uniti, Steven Spielberg, ha suscitato un grande interesse per la figura del Presidente Lincoln, uno dei presidenti che, come il presidente Franklin D. Roosevelt, ha sempre animato l’immaginario popolare statunitense. È stata la figura politica di garanzia dell’unità degli Stati uniti, attraverso la sconfitta dei confederati che aspiravano alla secessione degli Stati del Sud dallo Stato federale. Si tratta anche di una figura che spicca nella storia degli Stati Uniti per aver abolito la schiavitù, e aver consegnato libertà e cittadinanza ai discendenti degli immigrati di origine africana, ovvero il popolo nero, gli afroamericani.

Lincoln è stato anche uno dei fondatori del Partito Repubblicano, che alle sue origini era di orientamento completamente opposto al Partito Repubblicano attuale, che oggi è pesanteente influenzato da un movimento - il Tea party- sciovinista, razzista e sommamente reazionario dietro il quale esistono interessi economici e finanziari che vogliono eliminare l’influenza del governo federale nella vita economica, sociale e politica del paese. Il partito repubblicano fondato da Lincoln, era, al contrario, un partito federalista, che considerò il governo federale il garante dei Diritti Umani. E tra quelli, l’emancipazione degli schiavi, tema centrale del film, fu quello su cui Lincoln insistette di più. Eliminare la schiavitù significava che lo schiavo diventava lavoratore, padrone del suo stesso lavoro.

Dunque Lincoln, anche prima di diventare presidente, considerò altre conquiste sociali anch’esse come parte dei Diritti Umani, e tra quelle, il diritto del mondo del lavoro a controllare non solo il lavoro stesso, ma anche il prodotto del suo lavoro. Il diritto all’emancipazione degli schiavi trasformava lo schiavo in una persona libera, salariata, unita, -secondo lui- con legami fraterni con gli altri membri della sua classe lavoratrice, indipendentemente dal colore della pelle. Questi due tipi di emancipazione erano rivoluzionarie, e Lincoln le esigeva entrambe. Senza dubbio il secondo tipo di emancipazione, essere padroni del prodotto del proprio lavoro, non viene affatto citata nel film Lincoln. La ignora. Utilizzo l’espressione “ignora” e non “occulta” , perché è del tutto possibile che gli autori del film, o del libro dal quale è tratto, nemmeno conoscano la reale storia di Lincoln. La Guerra Fredda nel mondo culturale e anche accademico degli Stati Uniti, a tutt’oggi, è il potere enorme di quella che li viene chiamata la Corporate Class, la classe dei proprietari e dei gestori del grande capitale, che si esercita sulla vita non solo economica ma anche civile e culturale, e spiega come la storia formale degli Stati Uniti che viene insegnata nelle scuole e nelle università, è molto smussata, purificata da qualsiasi contaminazione proveniente dal movimento operaio, che fosse socialismo, comunismo o anarchia. La stragrande maggioranza degli studenti statunitensi, anche quelli delle università più prestigiose, non sanno che il primo maggio, la festa internazionale dei lavoratori, avviene in omaggio ai sindacalisti statunitensi che morirono per la difesa delle otto ore di lavoro al giorno (al posto di dodici), vittoria che diede il via al successo di questa rivendicazione nella maggior parte dei paesi del mondo. Negi stati Uniti il primo maggio è il giorno della Legge e dell’Ordine. Perciò la storia reale degli stati Uniti è molto diversa dalla storia formale diffusa dalle strutture di potere statunitense.

Le ignorate e/o occultate simpatie di Lincoln

Lincoln, già quando era un membro della camera legislativa del’Illinois, il suo stato, simpatizzò chiaramente con le richieste socialiste del movimento operaio, non solo degli Stati Uniti, ma a livello mondiale. In realtà Lincoln considerò che la schiavitù era il dominio massimo del capitale sul mondo del lavoro e la sua opposizione alle strutture di potere degli stati del sud era dovuto al fatto che percepiva quelle strutture come sostenitrici di un regime economico basato sullo sfruttamento assoluto del mondo del lavoro. Di conseguenza il fatto che vedesse l’abolizione della schiavitù come la liberazione non solo della popolazione nera ma di tutto il mondo del lavoro, beneficiando anche la classe lavoratrice bianca, il cui razzismo secondo lui andava contro il suo stesso interesse. Lincoln indicò anche che: "Il mondo del lavoro precede il capitale. Il capitale è il frutto del lavoro, e non sarebbe esistito senza il lavoro, che lo ha creato. Il mondo del lavoro è superiore al mondo dell capitale e merita maggiore considerazione (…). Attualmente il capitale detiene tutto il potere e bisogna invertire questo disequilibrio". Studiosi di Karl Marx, contemporaneo di Abramo Lincoln, si ricorderanno che alcune di queste frasi erano molto simili a quelle utilizzate dall’analista del capitalismo nelle sue analisi della relazione tra capitale e lavoro nel sistema economico.

Gli scritti di Karl Marx influenzarono Abraham Lincoln. Questi scritti erano conosciuti nel gruppo di intellettuali che erano profondamente insoddisfatti della situazione politica ed economica degli stati uniti, come nel caso di Lincoln. Karl Marx scriveva regolarmente sul The New York Tribune, il periodico intellettuale più influente negli stati uniti in quel periodo. C’è tutta l'evidenza che Lincoln era un fervente lettore The New York Tribune. Durante la sua campagna elettorale per la presidenza, invitò vari “repubblicani rossi” a far parte della sua squadra. In realtà, già da prima, come congressista, appoggiò frequentemente i movimenti rivoluzionari che si stavano verificando in Europa, specialmente in Ungheria, firmando documenti in appoggio a tali movimenti.

Lincoln, un grande amico del mondo del lavoro statunitense e internazionale.

La sua conoscenza delle tradizioni rivoluzionarie esistenti in quel periodo non era casuale, era bensì il frutto delle sue simpatie con il movimento operaio internazionale e le sue istituzioni. Incitò i lavoratori statunitensi a organizzarsi e istituire sindacati e continuò a farlo anche quando era presidente. E vari sindacati lo nominarono membro onorario. E durate la campagna elettorale, il presidente Lincoln presentò la posizione contro la schiavitù indicando esplicitamente che la liberazione degli schiavi avrebbe permesso ai lavoratori di esigere un salario che gli avrebbe permesso di vivere decentemente e con dignità, e con quello aiutando ad ottenere un salario più alto per tutti i lavoratori, neri come bianchi.

Marx, e anche Engels, scrissero con entusiasmo della campagna elettorale di Lincoln, nel momento in cui entrambi stavano preparando la Prima Internazionale del Movimento Operaio. In una delle sessioni, Marx e Engels proposero all’Internazionale di inviare una lettera al presidente Lincoln per congratularsi per il suo atteggiamento e il suo posizionamento. Il presidente Lincoln rispose, ringraziando per la lettera e rispondendo che considerava importante l’appoggio dei lavoratori di tutto il mondo alle sue politiche, con un tono così cordiale da creare una grande allarme nell’establishment economico, finanziario e politico di entrambi i lati dell’Atlantico.

La rivoluzione democratica che Lincoln cominciò e che non si sviluppò mai.

Nessuno di questi aspetti compare nel film. Però, Lincoln, non era un marxista (termine sovrautilizzato nella letteratura storiografica e fatto denunciato dallo stesso Marx) e il suo scopo non era eliminare il capitalismo, bensì correggere il disequilibrio enorme esistente in esso, tra il capitale e il lavoro. Però non c’è dubbio che fu fortemente influenzato da Marx e altri pensatori socialisti, con i quali condivise i suoi desideri più immediati, simpatizzando esplicitamente con loro, portando avanti posizioni estremamente radicali nel suo impegno democratico. Ignorare tale fatto, come fa il film Lincoln, è una tergiversazione storica.

Non c’è dubbio che Lincoln fu una personalità complessa, con molti chiaroscuri. Però i suoi orientamenti sono scritti e ben definiti nei suoi discorsi. E c’è di più, gli intensi dibattiti che si verificavano nelle sinistre europee si riproducevano anche nei circoli progressisti degli Stati Uniti. In realtà l’influenza maggiore su Lincoln fu esercitata dai socialisti utòpici tedeschi, molti dei quali si erano rifugiati nell’Illinois per sfuggire alla repressione europea.

Il comunalismo che caratterizzò tali socialisti influenzò la concezione democratica di Lincoln, che interpretò la democrazia come il governo delle istituzioni politiche da parte del popolo, di cui le classi popolari erano la maggioranza. Il suo famoso detto (che si è convertito nello splendido slogan democratico più conosciuto al mondo –Democracy for the people, of the people and by the people- segnala esplicitamente l’impossibilità di avere una democrazia del popolo e per il popolo senza che sia realizzata e portata avanti dal popolo stesso.

Ultime osservazioni

Lo dico ancora una volta: nessuna di queste evidenze appare nel film. Spielberg del resto non è un Gillo Pontecorvo, e il clima intellettuale statunitense stagna ancora nella guerra fredda cin modo tale da impoverirlo intellettualmente. “Socialismo” continua ad essere una parola mal vista nei circoli dell’establishment culturale di quel paese. E la terra di Lincoln, quel progetto democratico che lui sognava non si realizzò mai a causa dell’influenza enorme del potere del capitale sulle istituzioni democratiche in quel paese. E il paradosso tagliente della storia è che il Partito Repubblicano si sia convertito nello strumento politico più aggressivo oggi esistente al servizio del capitale.

Fonte: http://www.dinamopress.it

C Commenti

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lorenzof.berra alle 22:36 del 6 marzo 2013 ha scritto:

Che dire sul film di Steven Spielberg,molto interessante ,sia sul piano diegetico ,che sul piano linguistico,dove la componente storica narrata in questo film è molto forte ,forte come lo è stata per il grande film dell'epoca d'oro del cinema ,quello di GRIFFITH con "LA NASCITA DI UNA NAZIONE" in entrambi i "testi"film,c'è sempre come protagonista principale :lui IL DEFUNTO PRESIDENTE USA LINCOLN,che aboli' con forza la schiavitu' ,e ribalto ' l'ordine sociale costituito sino ad allora in america!il film di griffith fu estremamente monumentale ,dove i"modi di rappresentazione narrativa "aleggiavano ancora indisturbati sul movimento tecnico filmico ,e sulla componente narratologica,ma eravamo ancora agli esordi eppure di ABRAMO ,se ne parlo' e abbondantemete ,per il neonato cinema americano!Poi arrivo' il sonoro e il colore ,e i "modi di rappresentazione ,divennero" ISTITUZIONALI" ,il cinema hollywodiano ,approdava simultaneamente a due novita' rivoluzionarie :IL SONORO ,E IL COLORE1938 ANNO DI SVOLTA, ecco che il padre della PATRIA AMERICANA ritorna trionfalmente in auge nel film diretto dal bravo regista IAN FLEMING,(RICORDATO PER IL MAGO DI OZ,CON LA GIOVANNISSIMA ATTRICE JUDIT GARLAND,MAMMA DI LIZA MINELLI)CHE CON L'AUSILIO DEL COLORE E DEL SUONO STEREOFONICO realizzo "VIA COL VENTO",grandi gli attori ,tecniche ,importanti il grande uso della profondita' di campo,dei primi piani,dei piani diegetici ,isomma un pout pouri di elemeti tecnico linguistici atti a dare compattezza narratologica e forte verosimiglianza supportato dalla grande novita' del "decoupage"o montaggio analitico invisibile.Ecco una grande attrice ,ricordata per mia cugina rachele ,affiancando un allora giovane Richard Burton,futuro marito della famosa Taylor detta Liz,Olivia de Aviland che qui interpreta una mamma speranzosa nel futuro ,dedita a salvare il prossimo,e fiduciosa per la fine della guerra civile,poi c'è il fascinoso Clark Gable che seduce la bella Rossella ,che vive i giorni della guerra in modo insolito ,spera di ricomprare tara e di essere una moderna self made woman,alla fine sposera' il capitano bottler,non tanto per amore ,ma per danaro,il celebre film con un lincoln invisibile ma nominato di sovente,si concludera' con la celebre frase del marito Red Bottler a MISS OH'ARA,"FRANCAMENTE ,OH MIA CARA , DI TE ME NE INFISCHIO" ...E LA FAMOSA COLONNA SONORA CHIUDERA' IL FILM LINCOLIANO.MA non voglio e non posso ,cari amici utenti ,non ricordare che prima del lincoln spielberghiano,holliywood ,produsse un terzo film sul defunto MR PRESIDENT ABRAMO LINCOLN,ed è stato quello prodotto dalla RKO,e diretto da JOHN CROMWELL,INTITOLATO APPUNTO :"ABRAMO LINCOLN",questa volta è stato girato in bianco e nero ,come se fosse un retaggio espressionista,siamo ancora nel 1940, in piena crisi bellica in europa,so' solamente che è un film che per la sua complessita filologica e filmologica ,mi ha commosso moltissimo il grande RAYMOND MASSEY,mi ha toccato il cuore ,piu' dEL MODERNO Danny day Lewis,lui veramente ha saputo interpretare quella componete tragica e tormentata del destino che lo attendera', l'alternanza della componente di luce ed ombra ,fa sorgere in noi i patimenti ,le angoscie ,e le delusione che il futuro presidente dovra' affrontare,e il lavoro fotografico fatto dal regista,e l'abile uso della profondita' di campo,ci dice tutto,ci raccontano l'agire angosciato e umano prima dell'uomo e poi del presidente!ahh,che dire hollywood ci ha regalato il divismo ,la storia ,ma anche la capacita' attraverso l'evoluzione di un linguaggio tecnico,di sperare ,di amare e,di ricordare,perchè cio' che siamo lo siamo stati in passato !Grazie HOLLYWOOD ,GRAZIE LINCOLN