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R Recensione

7/10

Morris From America regia di Chad Hartigan

Commedia
recensione di Irene Coluccia

 

ll tredicenne afroamericano Morris ha qualche problema: oltre a essere nel pieno della pubertà, si è appena trasferito con il padre nella cittadina universitaria di Heidelberg, in Germania, non certo famosa per socievolezza e apertura degli abitanti. Per sua fortuna, ci sono anche le cose belle, come Katrin e l’hip hop.

 

Visivamente poco sperimentale, il nuovo film di Hartigan (This is Martie Bonner, Dance Party USA) si concentra sulla forza e la debolezza dell’unico. Il giovane Morris è un ragazzino afroamericano, con la passione per il rap, sovrappeso e dal look decisamente riconoscibile; preso e inserito in una cittadina universitaria tedesca, di certo porta scompiglio, non solo narrativo, ma anche visuale. Il film, nonostante sia la solita storia di emancipazione e formazione giovanile, presenta molti punti interessanti, che posso essere addirittura letti in quanto critica della concezione europeista dell’America. Morris è nero, e dunque deve essere stato lui a portare la marijuana nel centro giovanile, Morris è nero e dunque sa ballare, Morris è nero, scrive rime e per questo sarà per forza un violento misogino. Hartigan ribalta tutte queste convinzioni, riportandoci sottilmente ai Niggas in Paris di cui parlava Baldwin, a quel tipo cioè di americano che viene preso di punta in quanto nero in Europa; questo ribaltamento, tuttavia risulta garbato, moderato ma non eccessivamente, senza un vero e proprio lieto fine, solo con la promessa che anche Morris, nonostante l’Europa, troverà sé stesso.

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