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8/10

Nowhere Boy regia di Sam Taylor-Wood

Biografico
recensione di Riccardo Gandini

Immaginate l'infanzia di John Lennon...Liverpool 1955: un ragazzino di quindici anni furbo e ribelle, assetato di esperienza. In una famiglia piena di segreti , due donne si contendono il suo affetto: la severa zia Mimi, che ha cresciuto John, e Julia, la madre più permissiva.

Nonostante aspiri ad avere una famiglia normale, John si rifugia nell'eccitante mondo del "rock'n'roll" dove il suo giovane talento incontra uno spirito affine nell'adolescente Paul McCartney. Non appena John sta per iniziare la sua nuova vita, avviene un evento tragico. Vincendo le avversità , il ragazzo riesce a trovare la sua voce ed il mondo assisterà alla nascita esplosiva di una nuova icona.

Un film biografico rappresenta una sfida importante per un regista, chiunque esso sia, ma ancora maggiori saranno le attese del pubblico nei suoi confronti se il personaggio in questione altro non è se non John Lennon, leader dei Beatles e uno dei più famosi artisti del secolo scorso. Da grande amante di Lennon quale sono posso dire che le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte e che il risultato è un film decisamente piacevole che consiglio sia agli fan del genere, sia a chi cerca un primo punto di contatto con la vita e con il mondo musicale dei celebri "Fab Four".

Il film, uscito nel Regno Unito nel 2009 e importato in Italia solo l'anno successivo, è un adattamento del libro "Imagine: growing up with my brother John Lennon" , scritto da Julia Baird, sorellastra di John, attraverso cui la regista e artista musicale Sam Taylor-Wood ci presenta un ragazzo immaturo e ribelle, un rockabilly che ha come idolo Elvis, marina la scuola e si sposta comodamente seduto sul tettuccio dei bus di Liverpool, ben lontano dal diventare quel John Lennon che griderà nelle piazze "Give peace a chance" o che canterà "Imagine" affiancato da Yoko Ono.

Ci troviamo così immersi nell'esistenza di un semplice adolescente di Liverpool, turbata dal rapporto conflittuale che ha con la zia e tutrice Mimi e dallo sconvolgente incontro con la madre Julia Lennon, la quale era stata costretta a lasciarlo alla custodia della sorella dall'età di 5 anni, essendo incapace di occuparsene; la figura materna che per tanto è mancata al giovane Lennon irrompe nella vita di questo portando con sé oltre a dolore e domande ancora senza una risposta, anche una buona dose di Rock 'n Roll e un grande amore per la musica che contagerà John e sarà la causa principale del suo esordio musicale a fianco dell'amico Paul McCartney e di alcuni compagni di scuola.

Oltre ad aver apprezzato la performance come attori di Aaron Johnson e Thomas Sangster, rispettivamente John Lennon e Paul, vanno lodate le capacità musicali di entrambi, soprattutto del giovane Thomas che si è trovato costretto a imparare a suonare la chitarra con la mano sinistra per calarsi meglio possibile nei panni del mancino McCartney; viceversa tra i due importanti personaggi femminili ho preferito l'interpretazione di Anne-Marie Duff, nel ruolo della madre di John, in particolare per aver dato maggior realismo allo stato emotivo della donna.

Come se non bastasse l'atmosfera della campagna inglese a far rivivere i primi anni del rock d'oltremanica, la colonna sonora è per veri intenditori, rock 'n roll puro, con brani del grande Elvis sommate alle canzoni dei Quarrymen (è questo il nome della prima band capitanata da Lennon); questa attenzione a portare lo spettatore allo stesso livello dei personaggi, è certamente dovuta alla regista. La Taylor-Wood infatti ha effettivamente voluto riproporre al suo pubblico un mondo da molti dimenticato, ma molto a lungo amato di un' Inghilterra influenzata dallo spirito ribelle e rock di importazione USA, che la condizionò perfino nella sua breve carriera di compositrice.

Unica pecca di un prodotto ben riuscito è la perdita di attenzione nelle fasi conclusive del film nei confronti dell'evolversi della band fino alla scelta finale del tour ad Amburgo e dei rapporti tra John, Paul e il giovane George Harrison. Una decisione determinata chiaramente dall'intenzione di rimanere fedeli al libro e che non penalizza in nessun modo il risultato finale!

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Alberto Longo alle 11:42 del 17 settembre 2012 ha scritto:

Bravo Riccardo, sei riuscito ad incuriosirmi: appena me lo guarderò ti dirò che penso!