R Recensione

8/10

Sentieri selvaggi regia di John Ford

Western
recensione di Gloria Paparella

Un soldato sudista, reduce della guerra di Secessione, una volta tornato a casa scopre che gli indiani hanno massacrato la famiglia del fratello e rapito la nipote. La ritroverà dopo lunghi anni di ricerche, quando sarà ormai diventata una donna indiana.

 

Nella storia del cinema, quando si parla di western si fa riferimento quasi sempre a due uomini rappresentativi di questo genere: John Ford e John Wayne, che in Sentieri Selvaggi ridanno vita all’indimenticabile epopea della Nuova Frontiera e a tutti gli uomini e le donne che ne hanno accettato la sfida. Wayne interpreta Ethan Edwards,un reduce sudista che va alla ricerca della nipotina, catturata dai Comanches che gli hanno massacrato la famiglia. Non si arrende né alla fame, né alla sete, né alla furia degli elementi o alla solitudine. E nella sua ricerca ossessiva, Ethan trova qualcosa di insospettato: la propria umanità. Il viaggio è dunque un lungo percorso alla ricerca di sé stesso, più che della nipotina, contro i pregiudizi e i rancori di un uomo inaridito e tormentato. Ad accompagnarlo c’è Martin (Jeffrey Hunter), un mezzo-sangue indiano che l’uomo ha trovato da piccolo, abbandonato dopo che gli indiani gli avevano ucciso i genitori e cresciuto con la famiglia del fratello. Uno dei film più significativi mai girati, un capolavoro epocale e una brillante fusione di lavoro di montaggio, di ripresa e di interpretazione, filtrato dagli occhi di un regista eccezionale, quale John Ford.

V Voti

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