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7/10

La Ragazza del Treno regia di Tate Taylor

Thriller
recensione di Alessandro Pascale

Rachel è una donna in crisi e alle prese con la dipendenza dall'alcool. Ogni giorno prende il treno per andare a New York, trovando un momento di quiete e ammirazione nella contemplazione di una villetta abitata da una coppia che le sembra incarnare il suo sogno di quella vita che ha perso. Finché non accade un evento che turba questo equilibrio.

Storia tratta dal romanzo omonimo.

Tratto dall'omonimo romanzo best-seller, La Ragazza del Treno ripropone fedelmente le vicende del libro, risultando quindi abbastanza noioso per chi conoscesse già la vicenda, ma risultando particolarmente godibile per tutti gli altri, che potranno rimanere affascinati da un soggetto non comune, oltre che dall'apertura alla riflessione su tematiche interessanti e di rilievo. Tra queste spiccano senz'altro il tema psico-sociale delle dipendenze (in questo caso specifico la fragile condizione di una donna distrutta da un matrimonio fallimentare e diventata alcolizzata), della violenza sulle donne (sia in senso fisico che psicologico, potendo riassumere il tutto nel tema del patriarcato maschilista), della dicotomia tra apparenza e realtà (vecchia e annosa questione filosofica) e della messa in stato di accusa della classica vita familiare borghese, fondata sull'esteriorità e sugli interessi personali piuttosto che sul vero amore. 

Lo stile è quello del thriller psicologico alla Hitchcock che non disdegna di recuperare una tendenza schematica e progressiva degna dei gialli alla Agatha Christie, con tanto di finale scoppiettante risolutore a sorpresa della vicenda. Non mancano i momenti deboli però durante la narrazione, ed in particolar modo nella prima parte, troppo lenta a decollare: in ciò sta il principale limite del regista Tate Taylor. Risolleva il livello medio dell'opera la bravura dell'attrice Emily Blunt, nella prova non facile di interpretare la trentenne Rachel in perenne crisi e confusione affettivo-relazionale. 

In definitiva un film che si regge sostanzialmente su un bel libro, facendo il minimo indispensabile per essere attraente dal punto di vista cinematografico.

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