La citta' ideale regia di Luigi Lo Cascio
DrammaticoMichele Grassadonia è un architetto di origini siciliane che da tempo vive a Siena, una città ideale per lui che è un fervente ecologista. La sua vita scorre serena e tranquilla fino a quando una sera, per una serie di sfortunate coincidenze, viene inconsapevolmente accusato di aver investito un uomo. Da allora Michele si troverà risucchiato da un vortice di giustizia e casualità apparentemente senza via di uscita.
Quante volte, nella vita di tutti i giorni, pensiamo che certe cose non ci possano capitare se teniamo un comportamento corretto? Ognuno avrà creduto almeno una volta che gli eventi negativi siano la conseguenza automatica di un'azione riprovevole o errata. E' qui però che si inserisce il fattore della casualità , quell'entità superiore che dispensa disgrazie anche a chi non se le cerca. Proprio su questo punto si basa l'opera prima di Luigi Lo Cascio, il quale riflette (e fa riflettere) su quello che è da sempre uno dei temi più discussi della letteratura e della filosofia. Anche Woody Allen vi si è avvicinato nel 2005 col suo Match point ma in modo opposto rispetto a Lo Cascio: il protagonista del film di Allen infatti, pur essendo un personaggio negativo, viene aiutato e premiato dal caso; viceversa Michele Grassadonia, nonostante la sua rettitudine morale, è perseguitato da una sorte ostile. Inoltre ne La città ideale la casualità avversa degli accadimenti è strettamente legata ad un forte senso di ingiustizia, rappresentato paradossalmente proprio dal sistema giudiziario. Il protagonista, dinanzi alle autorità , tenta di difendersi dall'accusa di omicidio colposo con la stessa purezza di un bambino che non viene creduto anche se dice la verità . Quello che è un banale incidente finisce così per distruggere il suo piccolo mondo ideale dalle sfumature infantili e lo trasforma all'improvviso in un tunnel opprimente, visivamente reso da inquadrature sempre più pressanti sul personaggio di Michele. Grazie a questi sempre più fitti primi piani, lo spettatore si immedesima completamente nella tensione del protagonista che sfocia in un finale aperto dove la morale della storia è appena suggerita dalla domanda "comportarsi bene paga sempre?". La trattazione di temi profondi e impegnati non impedisce però a Lo Cascio di creare alcune sequenze dall'alto contenuto ironico, come quelle che vedono protagonista Aida Burruano, madre del regista sia nella realtà che nella finzione, qui alla sua prima e sbalorditiva prova da attrice. In generale comunque, la buona qualità della recitazione interessa tutto il cast e in modo particolare lo stesso Lo Cascio che si rivela così molto abile sia davanti che dietro la macchina da presa.
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