V Video

R Recensione

8/10

Aiutami Hope! (20th Century Fox, 2000)

Commedia
recensione di Daze

Jimmy Chance non è esattamente il prototipo del latin lover, così, quando la bella Lucy lo abborda per una notte di passione, ovviamente non si tira indietro. Ma il mattino dopo, una brutta sorpresa lo attende: viene a scoprire guardando il telegiornale che Lucy è una pluriomicida. Virginia, la madre del ragazzo, non si lascia intimorire e con una sonora padellata in testa la stende e chiama la polizia. Nove mesi dopo l'accaduto e prima che Lucy venga fritta sulla sedia elettrica, nasce Princess Beyoncè. Morta la madre, la piccola viene adotatta da Jimmy che le cambia immediatamente il nome in Hope.

Una famiglia white trash ma senza roulette, personaggi strampalati ma adorabili, una storia semplice ma efficace. Un altro My name is Earl? No! Anche se. Le ambientazioni sono simili e le storie si intrecciano, facendo pensare che i personaggi si muovano nello stesso periodo di tempo e nella stessa zona degli Stati Uniti ma Raising Hope (scusate ma il titolo in italiano non riesco a digerirlo) ha una dolcezza e dei momenti buffi che My name is Earl non ha mai raggiunto. Ricorda un po' la comedy anni '80, con bambini piccoli di mezzo ma Hope, nonostante sia la protagonista non fa molto più che gattonare ed emettere versetti deliziosi che non rendono mai il telefilm melenso ma anzi, dona spessore ai personaggi. Oltre allo sfigatissimo Jimmy che si ritrova padre all'età  di ventritre anni dopo la storia di una notte, troviamo la sua famiglia composta dai giovanissimi genitori e dalla bisnonna Maw Maw, che essendo affetta da demenza senile ne combina di tutti i colori, in genera cerca di andarsene in giro in reggiseno, sconvolgendo tutti. La mamma di Jimmy, Victoria è interpretata da Martha Plimpton che nel 1985 recitò nei Goonies. Il padre, Burt è Garret Dillahunt, uno di quegli attori che appena vedi, salti sulla sedia e dici "Ma io quello lo conosco!â". Ti credo si è passato da N.Y.P.D. A 4400 a Millenium in parti più o meno importanti. Come ci hanno abituato i telefilm americani negli ultimi anni, la recitazione è ottima e non posso lamentarmi nemmeno dei doppiatori italiani. Come dicevo inizialmente, le storie si sfiorano con My name is Earl ma non le serie non sono legate se non per la firma di Garcia. Quindi, non è necessario vederle entrambe. Ovviamente si perderanno dei piccoli camei, e dei regali ai fan orfani di Earl ma non sono imprenscindibili. Consigliata con la certezza che anche la quarta stagione sia stata confermata, proprio a inizio Marzo. Almeno questa volta, non vedremo chiudere in tutta fretta una serie della Amigos de Garcia.

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.