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R Recensione

4/10

I Borgia (Take 5 Productions, Octagon Films, Showtime, CTV , 2011)

Storico
recensione di Valentina Russo

La prima stagione di questa serie tratta le vicende della famosa famiglia dei Borgia a partire dall'elezione di Rodrigo al soglio pontificio, il quale però riesce nell'ascesa al trono di Pietro solo grazie ad una serie di intrighi attuati con l'aiuto del figlio Cesare. Anche in seguito all'elezione praticamente comprata, Papa Alessandro VI si ritrova a dover affrontare numerosi nemici, così mobilita tutta la sua famiglia pur di tenersi stretto il potere: Cesare viene quindi ordinato cardinale, all'altro figlio Juan è assegnato il comando dell'esercito papale, mentre la giovanissima Lucrezia ha il compito di sposare Giovanni Sforza per assicurare al padre l'alleanza con questa potente famiglia. Il tutto però non basta a fermare il cardinale Della Rovere che pur di deporre il Papa arriva a chiedere aiuto al re di Francia Carlo VIII.

Creata dal regista Neil Jordan, premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale nel 1993, la serie doveva inizialmente essere un film, ma è stata poi sviluppata a puntate perchè secondo lo stesso regista gli avvenimenti erano troppi e i personaggi troppo complessi per essere narrati nel solo tempo di durata classico di un lungometraggio. Sarà  pure vero, ma personalmente ritengo che il numero delle vicende fosse anzi ben scarso per costruirci su nove episodi, tanto che se si saltasse per sbaglio (o sonnolenza) qualche scena, questo non costituirebbe di certo un problema nel seguire l'intreccio. Inoltre non è chiaro che tipo di risultato Jordan volesse ottenere: doveva essere una serie storica o romanzata? Perchè il primo caso non sta in piedi in quanto gli errori di storia sono davvero tanti e se si vuole raggiungere un fine paideutico o che sia almeno vagamente tale non ci si può allontanare così tanto dalla realtà  dei fatti. Anche la seconda ipotesi è però da escludere, poichè se il regista voleva solo ispirarsi agli avvenimenti storici per poi aggiungere elementi di fantasia che avessero reso il tutto più appetibile al pubblico, allora doveva fare decisamente di meglio per impedire il fenomeno dell'appesantimento delle palpebre sopra citato. Alcune scene di sangue o piccanti purtroppo non bastano a tenere alta l'attenzione dello spettatore. E poi, questo voler rappresentare i Borgia come una moderna famiglia allargata, in cui la madre convive pacificamente col marito, col padre dei suoi figli e con la giovane e bella amante del padre dei suoi figli è grottesca oltre che, ancora una volta, storicamente errata: Vannozza dei Cattanei e Rodrigo Borgia infatti si erano già  separati da tempo quando questo intraprese la famigerata relazione con Giulia Farnese. Una nota positiva però è la presenza di due attori molto talentuosi all'interno del cast: il primo è il famoso Jeremy Irons che, sempre molto accurato nelle sue interpretazioni, ha dato al personaggio di Papa Alessandro VI un'aria autoritaria, ma allo stesso tempo accattivante, severa ma anche (e inaspettatamente) tenera quando questi è nelle vesti di padre. L'altra attrice degna di apprezzamento è la giovane interprete di Lucrezia, Holliday Grainger, che si era già  fatta notare nel ruolo di Estella nel film Grandi speranze di Mike Newell. Con la sua bellezza candida e ammaliante è riuscita a rappresentare bene prima l'ingenuità  e poi la sfrontatezza sensuale che sono l'essenza del personaggio di Lucrezia. Altra lode va fatta ai costumisti che hanno svolto davvero uno splendido lavoro nel riprodurre gli abiti rinascimentali, in qualche caso copiando alla perfezione quelli dei dipinti, come ad esempio il vestito che Lotte Verbeek, alias Giulia Farnese, indossa nella scena in cui le viene fatto il ritratto, perfettamente corrispondente a quello che la nobildonna deve aver indossato nella realtà  quando si fece ritrarre da Raffaello per la celebre tavola "Dama col liocorno". Questi due soli aspetti positivi non cambiano però il fatto che il prodotto è da ritenersi nel suo insieme di scarsa dinamicità  e deludente.

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