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2/10

Before I Go To Sleep regia di Rowan Joffé

Thriller
recensione di Alfredo De Vincenzo

Christine, a causa di un incidente, ogni mattina si sveglia senza ricordarsi nulla del suo passato recente e remoto. Grazie all'aiuto di un medico, ed all'utilizzo di un video diario, inizia a fare luce sul suo passato dimenticato.

Quando leggi un titolo come Before i go to sleep può venire spontaneo inoltrarsi per scoprire di più. Poi vedi la regia affidata a tale Joffé, nome che dice ben poco alla mente, ma subito sotto leggi il cast formato da Nicole Kidman, Colin Firth e Mark Strong, e allora non si può che partire con una comoda seduta, qualche pop corn, una cosa da bere e tante aspettative da gettare nella mischia. Dopo pochi minuti, ed una carrellata di aspettative mal riposte, appare piuttosto lampante che il "filmetto" a cui si sta assistendo, è una versione thriller di 50 volte il primo bacio, e se vogliamo persino peggiore del film con Adam Sandler e Drew Barrymore. La storia, non totalmente priva di cliché sparsi qua e là, è quella di una donna affetta da amnesia anterograda, che ogni mattina al proprio risveglio non ricorda nulla. Suo marito, ogni mattina le ripete la stessa solfa, mentre il suo medico, grazie ad una videocamera, tenta di farle ricordare estratti di vita, tra cui chi ha aggredito la donna dieci anni prima causandole appunto questi problemi. Trama dai possibili risvolti interessanti se raccontata con cura e furbizia, perchè quando si gioca con la mente e la memoria umana c'è sempre il rischio di rendere le cose molto banali e bisognerebbe prendere delle precauzioni. In questo caso, il regista Rowan Joffé, decide di lanciarsi in una missione kamikaze, infischiandosene di ciò che film come Memento hanno insegnato sulla memoria. Innanzitutto bisogna esser davvero bravi per girare un thriller che prevede un antagonista con soli tre attori a recitare, tra cui c'è la protagonista (a meno che l'antagonista non sia esterno, come accade ad esempio in Se7en), e probabilmente Joffé non è così bravo, tanto che la pellicola non riesce mai a riprodurre nello spettatore quell'atmosfera di sospetto che tiene incollati allo schermo, bensì porta ad immaginare il finale ben prima che questo arrivi. Nel caso di Before I go to sleep l'antagonista è chiaro sin da subito, seppur la rivelazione arrivi quasi nel finale e nonostante Joffé tenti maldestramente a metà film di indirizzare i sospetti verso altri lidi, banale tentativo, che peraltro dura poco meno di tre minuti. Il risultato? Non sconvolge lo spettatore ormai gonfio di pop corn e bibita e probabilmente già piuttosto assopito. Altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è che un film del genere necessita un approfondimento psicologico dei personaggi sottile ed intelligente, che racconti, senza banalizzare, l'evoluzione delle cose oltre che la situazione davanti cui ci si trova. Rowan Joffé invece sembra accelerare ad ogni sequenza, come se avesse fretta di arrivare al finale, non raccontando praticamente nulla oltre al misero fatterello, perdendo quindi ogni minima credibilità: la protagonista che dopo 10 anni improvvisamente inizia a ricordare, i salti temporali lunghi settimane ed un finale sempre più ovvio, la dicono tutta su Before I go to sleep. L'unico a salvarsi è Colin Firth, efficace, seppur nettamente sottotono rispetto ai precedenti lavori per via di una sceneggiatura che si fatica a chiamarla tale. Nicole Kidman a tratti sembra una bambina delle elementari alle prese con la sua prima recita scolastica, e Mark Strong, attore che Guy Ritchie ha portato ad amare, ha un ruolo talmente inutile che non sono richieste grandi doti attoriali. E' quasi un insulto che Joffé butti all'aria un cast tanto promettente per realizzare un thriller insipido e freddo, che non riesca a coinvolgere praticamente mai. A Joffè non era richiesto di realizzare un film introspettivo o troppo ambizioso, bensì un thriller degno di chiamarsi tale, ma tutti i colpi a disposizione (cast eccezionale, trama dai tanti possibili sviluppi, tema della perdita di memoria) li spara tutti a salve, e ciò che rimane è solo la sensazione di aver perso un'ora e quindici minuti, di certo meglio utilizzabili.

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