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8/10

Mother regia di Joon-ho Bong

Thriller
recensione di Massimiliano Scordamaglia

Un ragazzo e sua madre, lui mentalmente minorato, lei apprensiva e maniacale, menage che funziona ma una ragazza viene uccisa e il figlio viene accusato di essere l'assassino.

Inizia cosi' per la madre una corsa disperata alla ricerca di prove sull'innocenza del figlio.

Accidenti che film, ci sto ancora pensando.

Evito l’entusiasmo mio solito sul cinema orientale perche’ si sa, sono fazioso e poco obiettivo ma a giudicare dalle reazioni in patria e all’estero, non sono l’unico ad esserne rimasto profondamente colpito.

È un film con un doppio movimento a spirale; ruota, collassa in un punto centrale, riprende il cammino nel senso opposto e torna all’inizio.

Come un subdolo veleno, prima scende dolce giu’ in gola e quando il retrogusto ammorba di fiele la lingua e’ quello il momento in cui ci si accorge di non aver a che fare col filmetto un po’ scemo e ben fatto ma con un meccanismo perfetto e terrificante.

L’inizio e’ strano, quasi comico, una donna danza nel mezzo di un campo biondo di grano, poesia di colei alla quale resta ormai poco altro che la dolcezza di madre e presto si fa conoscenza del figlio etimologicamente idiota, zimbello del paese e accudito come un bambino seppur ormai adulto.

Mamma maniacale e figlio stupido, quasi un duo comico ma una ragazza muore e il ragazzo viene incastrato dalla polizia che di tutto ha voglia fuorche’ trovare il vero colpevole. La madre pero’ non si arrende e lentamente ma inesorabilmente il vento cambia direzione e da calda brezza si trasforma in raggelante tramontana.

La conclusione svela un thriller fenomenale capace di ridefinire se’ stesso donando nuova luce anche a quelle goliardiche e un po’ pazze sequenze iniziali. Si mescola tensione e poesia, divertimento e spavento, crudelta’ e dolcezza in un ossimorico susseguirsi di eventi che continuamente si elidono e si confermano.

Lei Kim Hye-ja, la madre, la protagonista, ridefinisce l’idea di attrice e abbassa di parecchi gradini la quasi totalita’ delle interpreti nostrane ed internazionali, uno sguardo che piega lo spazio attorno a se’.

Di Bong avevo gia’ apprezzato la regia in "Host", progressione e capacita’ di cadenzare la storia al giusto ritmo.

Meno mi piacque il soggetto, sempliciotto alla Roland Emmerich per intenderci e per questo lo attendevo su una nuova prova, qui ampiamente superata.

Difficile pensarlo capostipite di un genere ma prenderlo a modello di come il thriller possa essere ridefinito, questo si. Da non perdere.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 4 voti.
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Slask 7/10

C Commenti

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loson79 (ha votato 8 questo film) alle 21:32 del 10 febbraio 2013 ha scritto:

Un regista, Joon-ho Bong, che in tredici anni di carriera non ha ancora fatto un passo falso.

alejo90 (ha votato 7 questo film) alle 21:52 del 10 febbraio 2013 ha scritto:

Intenso, ben diretto e ben recitato.