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R Recensione

6/10

Cha Cha Cha regia di Marco Risi

Noir
recensione di Erika Sdravato

Roma ai nostri giorni. Una metropoli cinica e grigia degli intrighi, gli affari sporchi, le intercettazioni. Le indagini partono da un incidente stradale che coinvolge un ragazzo di sedici anni. In più quello stesso giorno viene ritrovato il cadavere di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all'appalto per un super centro commerciale nei pressi dell'aeroporto. I due fatti sembrano lontanissimi uno dall'altro. Ma l'investigatore Corso non ne è così convinto.

Finalmente il cinema italiano tira un sospiro di aria "nuova". Non più commediole adolescenziali, non più cinepanettoni, non più polpettoni citazionisti presentati a Cannes. Ecco dunque un buon tentativo che stimola alla discussione e parla di Roma. Una città d'arte in cui monumenti e piazze storiche vengono temporaneamente messi da parte per centrare l'obiettivo sull'aspetto più oscuro e noir del crimine. I riflettori di questo film puntano tutto sui personaggi e sull'azione innescata dal thriller, un genere negli ultimi anni un po' troppo bistrattato dalla produzione cinematografica italiana: Luca Argentero è così Corso, investigatore privato innamorato della bella attricetta Michelle, interpretata da Eva Herzigova. Ecco, il cast: vero punto di interesse del film. Amare l'azzardo non è cosa tutti e non sempre porta verso i risultati sperati: ma qui l'audacia della scelta è da premiare. Argentero rivela infatti tutta la sua maturità professionale, nonostante talune eccessive caricature lo marchiano come eccelso esemplare di macho italico, incurante del dolore fisico (vedi la scena in cui parla al cellulare con il filo dell'ago da medicazione appeso alla ferita della guancia), nonchè intrepido eroe solitario della notte; la Herzigova, credibile nel suo ruolo di madre addolorata per la perdita del figlio, ed inaspettatamente a suo agio di fronte alla macchina da presa non più in qualità di modella, ma come attrice adeguata e ben consapevole della sua parte. Amendola (più veterano e rodato rispetto agli altri) e Delbono (senz'altro meno criticabile nella sua veste di buon regista teatrale) completano la lista di nomi noti del cast, anche se entrambe le figure si limitano alla loro presenza tipizzata in funzione della scena. Con un'intuizione musicale molto apprezzabile e talvolta straniante rispetto all'immagine, il film acquista un buon ritmo ma si perde un po' nella semplicità della trama e, soprattutto, in una delle sequenze finali che sancisce definitivamente l'omicidio del villain e sottolinea come la grandezza d'animo dipenda esclusivamente dalla libertà di scelta di quell'integrità incarnata con veemenza dal protagonista. Solo la forza del no alla corruzione e al malaffare permette la possibilità di vivere sulle note della spensieratezza della gente perbene. Quella che il sabato sera partecipa alle gare di ballo e si diverte. A passo di Cha cha cha.

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