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R Recensione

8/10

Lola corre regia di Tom Tykwer

Azione
recensione di Maria Parisi

Lola ha venti minuti di tempo per trovare 100.000 Franchi e salvare il suo fidanzato Manni, ma ci sono molte variabili in gioco che la condurranno a tre diversi destini, o meglio tre diverse "corse".

La trama è molto semplice, simile a quella di un videogioco di prima generazione: Lola è una giovanissima berlinese, il suo fidanzato Manni, un piccolo criminale che ama i soldi facili, ha combinato un vero "casino". L'unica soluzione per cui Manni non muoia è che Lola in venti minuti riesca a trovare 100.000 Franchi. Proprio come in un videogioco Lola ha disponibili tre "Start" e tre "Game over", a seconda infatti delle scelte fatte dalla protagonista e dalle interazioni che avrà con gli altri personaggi avremo davanti tre storie diverse, non tutte a lieto fine, inquadrate da un unica struttura "filosofica": "Non smetteremo di esplorare. Ed alla fine di tutto il nostro esplorare ritorneremo da dove siamo partiti e conosceremo il luogo per la prima volta" (T.S.Eliot) // "Dopo il gioco è prima del gioco"

Molto simile concettualmente (lo sviluppo del "What if?") al quasi contemporaneo Sliding doors,  se ne distanzia, invece, moltisimo stilisticamente, poichè i riferimenti visivi e artistici sono, più che nel campo cinematografico, in quello del videoclip e del videogames, il che lo rende un film estremamente moderno e sperimentale non solo nella struttura. Ogniuna delle tre corse di Lola dura esattamente venti minuti, durante i quali si alternano cartone animato e film, i colori sono saturi, il  ritmo sincopato, l'effetto è ossessivo, quasi fastidioso. Ma poi c'è Franka Potente, che interpreta la protagonista con quei capelli rossi davvero assurdi, un'attrice capace di bucare lo schermo e reggere praticamente da sola tutta la frenesia cinetica del film.

Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia nel 1998 Lola corre, in Italia non raccolse molte critiche positive, eppure oggi è considerato non solo un cult, ma anche uno dei film simbolo del postmoderno e dell'epoca post-Muro in Germania.

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