V Video

R Recensione

8/10

Le avventure di Tintin – Il segreto dell'Unicorno regia di Steven Spielberg

Azione
recensione di Alessandro Giovannini

Tintin, giovane reporter belga sempre a caccia di avventure, si imbatte in un modellino della leggendaria nave Unicorno. Molte persone sono interessate a quell'oggetto, tra cui l'equivoco e facoltoso Ivan Ivanovitch Sakharine. Ben presto Tintin si rende conto che il veliero è un tramite per riportare alla luce un leggendario tesoro perduto: con l'aiuto del fido fox terrier Milou e dell'alcolizzato capitan Haddock, intraprenderà  quindi un viaggio in giro per il mondo con l'intento di far luce sul mistero.

Il disegnatore belga Hergè (all'anagrafe George Prosper Remi, 1907-1983) pubblicò la prima avventura di Tintin nel 1929. Da allora, scrisse un totale di 24 avventure dell'intrepido reporter, tutte più volte ristampate e vendute in tutto il mondo. Steven Spielberg, grande fan del personaggio, già da tempo pensava di ricavarne un film. A suo tempo (nel 1983) aveva preso contatti con Hergè, il quale aveva accolto la proposta favorevolmente; purtroppo l'autore morì prima di riuscire ad incontrare il regista, ed il progetto fu sospeso. Fanny Rodwell, vedova di Hergè, ha però ceduto a Spielberg i diritti del personaggio. A co-produrre il progetto ci hanno pensato Peter Jackson (che a quanto pare dirigerà  il secondo episodio di quella che sulla carta dovrebbe essere una trilogia) e Kathleen Kennedy (premio Oscar per la produzione de Lo strano caso di Benjamin Button e già  collaboratrice di Spielberg in Shindler's List, Jurassic Park e altri).

Lavorando con gli sceneggiatori Steven Moffat, Edgar Wright e Joe Cornish, regista e produttori hanno adattato tre avventure di Tintin, Il granchio d'oro, Il segreto dell'Unicorno e Il tesoro di Rackham il rosso, in un unico, mirabolante film d'animazione che rappresenta l'erede ideale dei film di Indiana Jones, aggiornati però alla computer graphic più all'avanguardia. La tecnica produttiva ha infatti visto all'opera la performance capture già  vista nella trilogia di Jackson de Il signore degli anelli (in cui l'attore Andy Serkis, presente anche in questo film, ha recitato la parte di Gollum) ed usata poi abbondantemente anche da James Cameron in Avatar. Per realizzare contemporaneamente anche l'effetto 3D (con uno dei migliori risultati ottenuti con questa tecnologia per nitidezza dell'immagine - il reparto illuminazione è  stato curato dal regista stesso - ed illusione di profondità) gli attori hanno recitato nel Volume (il teatro di posa per la performance capture dei Giant Studios a Playa Vista, California), circondati da un ambiente bianco e grigio e ripresi da decine e decine di videocamere simultaneamente per registrare tutte le più piccole movenze ed espressioni degli attori, in modo da poterle poi riprodurre digitalmente: ogni attore aveva infatti una tuta apposita con sensori riflettenti, ripresi dalle videocamere in meno di 1/60 al secondo!

Il lavoro di rifinitura di queste riprese (in totale 1240) è durato ben 18 mesi, ed il risultato è a dir poco stupefacente: il mix fra cartoonesco e realistico è impareggiabile, le espressioni facciali degli avatar virtuali degli attori sono quanto di più verosimile si sia mai visto al cinema (meglio delle controparti bluastre del film di Cameron, anche se bisogna dire che in questo caso i personaggi virtuali sono comunque degli esseri umani, e questo sicuramente aiuta) ed a volte si può avere l'impressione che alcuni elementi di scena (per esempio alcuni veicoli od oggetti) siano riprese reali cui sono stati aggiunti poi elementi ambientali virtuali (mentre in realtà  è proprio il contrario: ovvero oggetti reali sono stati scansionati e poi riprodotti digitalmente, con un effetto di notevole approssimazione alla realtà).

La storia è piacevole e divertente, non certo originale ma intrigante, misteriosa e scombinata quanto basta per coinvolgere il pubblico in una serie di situazioni improbabili in cui il nostro eroe si trova di volta in volta impacciato. L'azione si svolge nei luoghi più disparati del globo, immaginari e non, con una grande varietà di ambienti, design, personaggi e gag comiche. Non mancano numerose scene d'azione: combattimenti a mani nude a e mano armata, inseguimenti forsennati, fughe rocambolesche ed ogni genere di situazione che concorra a far valere per questo film l'aggettivo ipercinetico. Alcune sono pezzi di bravura registico/tecnica impressionanti, su tutte il lungo piano-sequenza di inseguimento nella città di Bagghar. Solo il finale stona leggermente con il resto della pellicola, risultando un po' troppo frettoloso, e rimanendo aperto per l'immancabile sequel.

La recitazione è più che buona (per quanto sia difficile da giudicare in un caso come questo): Jamie Bell (i più lo ricorderanno per il personaggio di Billy Elliot nel film omonimo) è convincente come Tintin, e gli altri due attori principali (Daniel Craig nel ruolo del villain di turno e Andy Serkis, ormai non nuovo a questo tipo di produzioni, ad impersonare il co-protagonista capitan Haddock) sono convincenti. Particolarmente riuscito è anche Milou, il fedele cane di Tintin dall'intelligenza quantomeno umana, il che aggiunge un tono surreale ancor più gradevole al film. Il design degli ambienti è eccellente, e ripesca dall'immaginario noir anni '30-'40-'50 e dai classici film di spionaggio ambientati in luoghi esotici. Efficace (anche se forse poco sfruttata) la colonna sonora del mai abbastanza lodato John Williams (autore dei memorabili temi di Indiana Jones, Star Wars e molti altri), specie per l'accattivante tema di apertura e chiusura della pellicola. Ma la cosa che forse rimane più gradevolmente impressa nella mente dello spettatore in fin dei conti è il piacere del racconto: Spielberg è ancora un giovane sognatore che si diverte a divertire con i suoi miti di infanzia. Da quest'ultimo suo film traspare tutto il suo amore per il cinema e l'arte visuale in genere, il suo gusto per l'avventura, il suo entusiasmo inesauribile, la felicità  nel fare il mestiere che indubbiamente ama e che traspare nel sorriso del simpatico Tintin.

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 5 voti.

C Commenti

Ci sono 5 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 12:52 del 2 novembre 2011 ha scritto:

visto ieri, non male. la recensione è davvero ben fatta e devo dire che rende fede al film. l'unica cosa che forse mi ha lasciato un po' così (da cultore di quei film) è l'eccessiva somiglianza al filone di Indiana Jones, con espliciti riferimenti a l'ultima crociata (il sidecar, ma non solo quello). è vero che il Tintin letterario ha uno stile vagamente affine, però non so..forse il buon spielberg ha accentuato troppo gli elementi che più erano nelle sue corde. detto questo, il film mi è piaciuto, in parte per lo stesso motivo per cui mi ha lasciato un po' perplesso. vorrei rivederlo..anche perchè il 3D, seppur qui realizzato a regola d'arte, continua a disturbarmi..ma è una cosa mia...me ne farò una ragione

alessandro, sai quando usciranno gli altri due capitoli della trilogia? speriamo di non dover aspettare anni!

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 12:57 del 2 novembre 2011 ha scritto:

dimenticavo: concordo assoultamente con te, sulla gran maestria tecnica dietro a tutto il film.

dalvans (ha votato 5 questo film) alle 1:51 del 5 novembre 2011 ha scritto:

Mediocre

Bruttino

alejo90, autore, (ha votato 8 questo film) alle 20:38 del 5 novembre 2011 ha scritto:

@alex: il secondo episodio è fissato per un generico 2012, il che mi fa presumere che non sarà pronto prima del prossimo Natale. Nessuna notizia sulla data del terzo per ora, né sulla regia.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 1:33 del 6 novembre 2011 ha scritto:

ai tempi si parlava di jackson sia per il secondo che per il terzo, però era quando doveva essere solo produttore de Lo Hobbit. staremo a vedere..