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R Recensione

5/10

Wild Animals regia di Ki-duk Kim

Azione
recensione di Massimiliano Scordamaglia

Due coreani a Parigi si potrebbe intitolare questa storia di giovani delinquenti in una Parigi spietata abitata da gente spietata alla ricerca di pace ed espiazione.

Arte d'arrangiarsi come stile di vita ma in fondo e' proprio la vita che manca.

Prima o poi doveva capitare un film di Kim Ki-Duk che mi piacesse pochino ed e’ ironico sia successo proprio con quello mancante al completamento della sua filmografia.

Eppure e’ da quando vidi "Bad guy" e fu uno dei suoi primi a capitarmi a tiro, che sento inneggiare a questo titolo, opera seconda della carriera del regista ed importante trampolino di lancio internazionale.     

Anche la rinnovata presenza di Jo Jae-Hyeon, attore feticcio presente in diverse pellicole a partire dal primo "Crocodile", doveva qui essere il consolidamento di un felice connubio, mentre resta un capitolo che trovera’ ben altre conferme nei film successivi sino al sublime "Bad guy" appunto.

Non e’ un brutto film intendiamoci, e’ che c’e’ poco di Kim, giusto qualche sprazzo qua e la’ del suo modo di affrontare amore e violenza, tematiche del resto molto forti in tutto il cinema orientale, non solo suo o coreano.

Sara’ Parigi come sfondo a guastare l’atmosfera, forse le idiosincrasie dei personaggi che non aiutano ad affezionarcisi oppure storia e girato che appaiono piu’ grezzi, piu’ primitivi del precedente "Crocodile" ma il tutto inizia e finisce in molta indifferenza.  

Chiaro e palese e’ l’approccio ad una umanita’ troppo istintiva, eccessivamente legata alle proprie pulsioni animali, gli animali del titolo, che poco si domandano cosa sia giusto o sensato, prima mordersi poi leccarsi le ferite a vicenda, idea che trovera’ vero e assoluto compimento in "Seom (L’isola)" pochi anni dopo e il personaggio del "coccodrillo" solo in seguito sboccera’ nel "cattivo ragazzo" di Han-ki che sapra’ affrancarsi dalla violenza tramutandola in poesia, in una forma d’amore che va oltre l’amore stesso.

Troppe banalita’ poca sensibilita’, ancor meno idee e caos cio’ che resta.

Devo ammettere pero’ che il pesce come arma contundente e da taglio non e’ male.

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