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8/10

Argo regia di Ben Affleck

Storico
recensione di A. Graziosi

Il 4 novembre 1979, mentre la rivoluzione iraniana raggiungeva l'apice, un gruppo di militanti entra nell'Ambasciata USA in Tehran e porta via 52 ostaggi. In mezzo al caos, sei americani riescono a fuggire e si rifugiano a casa dell'Ambasciatore del Canada. Ben sapendo che si tratta solo di questione di tempo prima che i sei vangano rintracciati e molto probabilmente uccisi, Tony Mendez, un agente della CIA specialista in azioni d'infiltrazione, mette in piedi un piano rischioso per farli scappare dal paese. Un piano così inverosimile che potrebbe accadere solo nei film.

Terzo film da regista per Ben Affleck, Argo catapulta letteralmente lo spettatore nella tesissima atmosfera dell'epoca, le cui premesse storiche vengono inizialmente sintetizzate da uno storyboard, uno storyboard del tutto simile a quello del fasullo film Argo, oggetto che svolgerà un ruolo fondamentale nella vicenda stessa. Il miglior peggior piano possibile per far fuggire illesi sei americani dall'Iran rivoluzionario sembrerebbe proprio quello di farli passare per una troupe cinematografica alla ricerca di location per un film di fantascienza chiamato Argo, che in realtà non verrà mai girato.

Il tutto dovrà avvenire in brevissimo tempo e sotto la coordinazione dell'agente Tony Mendez/Ben Affleck, con l'aiuto della Hollywood in decadenza di allora, rappresentata dal mitico John Chambers/John Goodman, un Oscar make-up artist, e da un vecchio produttore interpretato dallo spassoso Alan Arkin. I toni della fotografia e le scene iniziali girate in ufficio richiamano immediatamente alla memoria pellicole eccezionali come Tutti gli uomini del presidente e I tre giorni del condor. La regia di Argo però non sembra rifarsi affatto a questi eccellenti modelli anni Settanta e risulta, a lungo andare, un po' stancante e poco chiara, sebbene funzionale a ricreare lo stato emotivo confusionale vissuto realmente dai protagonisti della storia. Nonostante la sua inverosimiglianza alle orecchie di chi non ne sia a conoscenza, Argo è basato su un fatto realmente accaduto, al quale è stata tolta la qualifica di segreto di stato. Fatta eccezione di un'aggiunta drammatica nel finale che poteva essere tranquillamente evitata, siamo comunque, in linea con l'etica cinematografica dell'epoca di riferimento, di fronte a uno di quei film che cercano il più possibile di andare a fondo nella ricerca della verità e che vogliono farla uscire fuori, allo scoperto, senza retorica, senza facili entusiasmi e senza rinunciare al lato umano della vicenda.

Il bello di Argo è proprio questo, ma non solo: il film ha più livelli di lettura e riesce anche a offrirci un'ottima rappresentazione della decadenza di un certo tipo di cinema d'intrattenimento (e del suo rispettivo ambiente), il quale ha la tendenza di distanziarsi sempre più dalla vita reale, mano a mano che la realtà peggiora. Il segreto, ci rivela Affleck con questo film, sta nel rielaborare questo stesso cinema, in apparenza fantastico e assurdo, e di renderlo una potente metafora della realtà, all'insegna di messaggi criptati di possibile speranza, libertà e salvezza per un popolo in difficoltà. Dall'altra parte, al tempo stesso, è paradossale ma vero che solo un mezzo d'intrattenimento e quindi teoricamente apolitico come il cinema (in particolare attraverso il genere sci-fi, a primo acchitto naif e scollegato dalla realtà contingente) potrebbe rivelarsi un escamotage più salvifico di qualsiasi blitz o trattativa.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 10 voti.

C Commenti

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alexmn (ha votato 8 questo film) alle 18:15 del 20 novembre 2012 ha scritto:

nell'ottimo film di ben affleck, quello che mi ha fatto sorridere è il fatto che si sia scelto per interpretare il protagonista..non parlo delle doti attoriali quanto del fatto che alla fine vediamo come gli attori siano tutti molto somiglianti ai personaggi reali della vicenda...tutti tranne tony mendez, un ispanico che di certo non aveva una moglie super bionda..diciamo che affleck non ha proprio i tratti da ispanico

Peasyfloyd (ha votato 7 questo film) alle 11:17 del 6 dicembre 2012 ha scritto:

mi è sembrato un buon film, tecnicamente ineccepibile. Il soggetto e la sceneggiatura un po' troppo filo-americanisti per i miei gusti, anche se bisogna ammettere che emergono abbastanza bene le denunce dell'imperialismo yankee

Concordo con Naboni cmq: Affleck meglio come regista che come attore