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4/10

Il Sogno Di Francesco regia di Renaud Fely e Arnaud Louvet

Biografico
recensione di Claudia

1209: Francesco (Elio Germano) è severamente combattutto: da una parte il papa innocenzo terzo che gli fa ostracismo, da un altra i suoi seguaci che gli chiedono di ascoltare le loro varie voci e non solo la sua, di guidarli ma anche di assecondarli, ma accettare i compromessi è difficilissimo per il poverello d'assisi. Lo aiuta il suo fraterno amico Elio da Cortona, per quanto può.

 

Il racconto religioso cinematografico da che mondo e mondo può essere intrapreso in una sola maniera: il dettato iconografico dei dati di fatto così come li conosciamo e come sono stati “approvati” e confermati: guardare Bernadette, forse il più famoso film sulla vita di un santo di sempre: cattivi da una parte, buoni dall'altra, nessunissimo tipo di introspezione sulla contadina francese e via: successo interplanetario, addirittura un oscar per jennifer jones con tutto che film del genere vengono da sempre incartati nella serie B.

Ed anche Il Sogno di Francesco non sfugge all'allure della serie cadetta, anzi molto più di qualsiasi altra opera del genere (anche degli exploit di Mel Gibson): narrazione off – bagaglio probabilmente proveniente dagli anni nel documentario dei due registi - continue inquadrature dei boschi/campagne/Umbria (o pseudo umbria) in cui si svolge la prima parte, un doppiaggio incredibile in tutte le accezzioni negative del termine.

E qua viene “il bello”: neanche nell'attesa seconda parte in realtà Francesco è mai il protagonista, anzi si può dire senza temere smentite che egli venga chiamato in causa solo per i dettagli “gore” del personaggio (cecità, stimmate) dato che è più il suo messaggio a interessare gli autori, nonché la reazione scandalizzata della chiesa del 200 ad esso, che il poverello "as himself": d'altronde il film si chiama nella sua versione originale "san francesco e i suoi amici".

Ed è buffo che sia comunque questo il titolo, dato che San Francesco non sarà il principale oggetto d'interesse (il suo amico Elio Da Cortona e Papa innocenzo si dividono equamente la scena) ma il poverello rispetto ai suoi seguaci e frati è tutto meno che amichevole, cosa che non solo contrasta totalmente con tutto il suo movimento ma che risulta piuttosto arbitraria oltre che difficilmente credibile e che ad essere maliziosi (come non lo sarebbe mai stato Francesco, tranne che in questo film) sembra  un dettaglio messo là solo per creare una sorta di terzo atto o di colpo di scena in un film che latita per interesse in maniera gravosa.

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