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9/10

Hook - Capitan Uncino regia di Steven Spielberg

Fantastico
recensione di Carlo Danieli

Peter Pan è diventato adulto e, pur non ricordando nulla del proprio passato, si vede costretto a recarsi all'Isola che non c'è per riprendersi i propri figli rapiti da Capitan Uncino. Sarà un'avventura che farà rinascere il ragazzino che è in lui.

È proprio vero che Peter Pan non può crescere? E cosa succederebbe se diventasse grande? Tutti noi forse ci siamo posti questa domanda, pur consapevoli che nell’Isola che non c’è vige una regola fondamentale: non si cresce e non si diventa mai adulti. Anche Spielberg diversi anni fa si è posto questo strano interrogativo e la risposta personalissima che ci ha dato è il film Hook - Capitan Uncino, fondata proprio sull’ipotesi di un Peter Pan adulto. Il problema non è tanto che questo simpatico ragazzino è diventato grande ed ha avuto dei figli, quanto piuttosto il fatto che abbia completamente dimenticato la sua infanzia, come se non ci fosse mai stata. Non ricorda più come si gioca, ha smesso di divertirsi, e questo si ripercuote sulla famiglia e i figli che trascura a vantaggio del lavoro. Recatosi con la famiglia a Londra per le vacanze natalizie, ospite dell’anziana nonna Wendy,  l’adulto Peter Pan, diventato Peter Bannig, subisce il rapimento dei suoi figli ad opera del vecchio e malvagio Uncino, deciso a riportalo sull’isola che non c’è, perché senza Peter neanche Uncino ha ragione d’essere. Trasportato a forza dalla piccola Trilly sull’isola, Peter Pan, deciso a salvare i suoi bimbi, dovrà fare i conti col passato e per forza di cose ricordare cos’era, ma soprattutto riscoprire le vere priorità della vita. Un’avventura che lo cambierà per sempre. Spielberg, grazie all’efficace uso di effetti speciali e ricostruzioni stupefacenti, ci conduce nel mondo magico dell’Isola che non c’è: un mondo di fate e sirene, di bimbi sperduti alla ricerca di un padre, di tanta voglia di divertirsi e poca voglia di crescere, perché i “grandi sono tutti pirati”. Un mondo del tutto estraneo all’avvocato Peter Bannig, ma che lo aiuterà a riscoprire sé stesso, a riscoprire l’amicizia e soprattutto l’amore per i suoi figli. Datato 1991, Hook rimane un film attualissimo, un inno alla giovinezza ma allo stesso tempo alla capacità di diventare grandi. Gli spunti sono tantissimi, dall’importanza di essere padre, all’importanza di avere pensieri felici (che permettono di volare), il lento scorrere inesorabile del tempo, il potere di servirsi della propria immaginazione, il potere e la forza del ricordo. Spielberg ci regala un viaggio emozionante e pieno di allegria e nostalgia, ricco di simboli e parole che fanno riflettere. Un film ingiustamente sottovalutato dalla critica, e che a ben vedere non presenta grossi punti deboli. Il cast è perfetto, e può vantare la presenza di attori del calibro di Robin Williams (Peter Pan), Dustin Hoffmann (Capitan Uncino), Julia Roberts (Trilly), Bob Hoskins (Spugna), Maggie Smith (Nonna Wendy), tutti calati alla perfezione nei che ruoli che ricoprono. Le musiche, a tratti maestose a tratti emozionanti, sono dell’inconfondibile John Williams, fedelissimo di Spielberg (Guerre Stellari, Et, Schindler’s List, tanto per fare qualche nome). Infine la grande abilità registica di Steven Spielberg, qua nel suo periodo migliore (ventennio anni 80-2000) si nota tutta, soprattutto nell’incredibile capacità di regalarci un film adatto a tutti, grandi e piccoli, che ad ognuno sa dire qualcosa di diverso. Un film tratto dalla sua grande sensibilità e capacità di comunicare emozioni. Perché è un film che punta dritto al cuore, e in un mondo spesso indifferente fondato sull’egoismo, abbiamo bisogno di favole capaci di farci riflettere e sognare.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 2 voti.
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Slask 7/10
B-B-B 5/10

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