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7/10

Iron Sky regia di Timo Vuorensola

Fantascienza
recensione di Alessandro Pascale

 

2018: una navicella spaziale americana compie una nuova missione sulla Luna. Il lander trasposta due astronauti; uno di loro è un modello nero, James Washington, specificatamente scelto per il colore della sua pelle per sostenere la rielezione del presidente degli Stati Uniti. Sul lato “oscuro” della Luna però faranno una scoperta sorprendente quando incappano in una base militare dei nazisti che vi si sono stabiliti dal 1945. E hanno passato diversi decenni a programmare il ritorno sulla Terra. Non propriamente pacifico...

 

Abbiamo sghignazzato di gusto con Fascisti su Marte (e per questo non saremo mai abbastanza grati al buon Guzzanti) e ora giustamente viene realizzato Iron Sky, che si potrebbe tradurre (tematicamente parlando) con un “Nazisti sulla luna”.

L'idea e il canovaccio di fondo sono talmente surreali e assurde che potevano venire in mente solo a dei finlandesi (anche se ricordando Dead Snow di Tommy Wirkola si potrebbe pensare che alla questione siano sensibili in generale tutti gli “ariani” scandinavi). In questo caso i finlandesi in questione sono riconosciuti unanimemente matti come cavalli, visti i trascorsi di Timo Vuorensola e soci, che in passato se ne sono usciti con il ciclo parodico di Star Wreck.

Eppure bisogna dar loro atto di essere riusciti a mettere in piedi un'opera che nella sua leggerezza di fondo riesce a mettere in rilievo alcune caratteristiche tutt'altro che scontate, e che anzi vengono esposte con una lucidità disarmante.

La presidentessa degli USA deve affrontare le prossime elezioni in vista. Cosa fare? Facile. Mandiamo un uomo di colore sulla Luna. Perchè? Boh, chi se ne frega. Il richiamo propagandistico sarà enorme. E poi non l'ha mai fatto nessuno!

Non funziona? Urge trovare un nemico. Chi ti arriva nella stanza ovale? Due nazisti. Bam! Risolto il problema. Ed ecco che le doti retoriche della dolce e ingenua professoressina Renate Richter (un'incantevole Julia Dietze) vengono messe al servizio dello staff presidenziale, che così può riprendere quota nei sondaggi. Non ricordo un modo tanto raffinato, divertente e sottile per denunciare il sostanziale vuoto di una certa retorica politicistica e il degrado della politica americana. I sofisti Gorgia e Protagora avrebbero applaudito fino a spellarsi le mani.

Squisiti quindi i contenuti politici dell'opera, paradossalmente tesi a denunciare la miseria delle democrazie occidentali oltre che a prendere bellamente per i fondelli i residuati bellici nazisti (di cui peraltro si mettono benissimo in rilievo gli aspetti culturali machisti, individualisti e violenti). Ma Iron Sky non è bello solo per quello che dice, ma soprattutto per il come lo dice: una commedia che spazia in continuazione tra surrealismo, grottesco, demenzialità e sci-fi figlio dell'estetica Hammer degli anni '50 (vedi ad esempio le astronavi simili ai classici dischi volanti “di una volta”). Il tutto calato in un taglio noir-rétro inquadrato in fotografie e scenografie notevoli. Per non parlare degli effetti speciali, eccellenti visto e considerato il budget di basso profilo. Non manca infine il taglio parodico fine a sé stesso, che riprende passaggi come la famosa sfuriata di Hitler ne La caduta, alcuni passaggi del cinema più apocalittico come Armageddon e certi evidenti rimandi a Star Wars.

Da segnalare che purtroppo questo piccolo gioiellino non verrà trasmesso nei cinema italiani. Nemmeno con i sottotitoli. Però sul web si riesce a trovare una buona versione sottotitolata.

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