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8/10

Moon regia di Duncan Jones

Fantascienza
recensione di Alessandro Pascale

Sam Bell da tre anni lavora presso la base lunare Selene, adibita all'estrazione dell'Elio-3, sostanza in grado di soddisfare la quasi totalità del fabbisogno energetico della Terra. In questi tre anni Sam ha vissuto nella base con l'unica compagnia di un robot di nome GERTY, isolato dalle comunicazioni in diretta con la Terra a causa di un guasto, sognando di riabbracciare al più presto le moglie e la figlioletta. A due settimane dalla fine del suo contratto inizia ad avere allucinazioni e a soffrire di forti mal di testa, la perdita di lucidità lo porta a compiere un fatale errore che causa un incidente nel quale rimane ferito. Apparentemente si sveglia nell'infermeria della base, con una lieve amnesia. Questo "Sam" si accorge però in poco tempo che vi è qualcosa di strano, e farà scoperte inquietanti.

 

Fino a dove può spingersi lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Fino a livelli drammatici e inauditi, vicini al puro orrore conradiano, idea talmente insopportabile da spingere a squarciare la quiete della notte con urla di rifiuto disperato. Moon è un gioiello, un capolavoro di fantascienza artigianale (non per niente costato soltanto intorno ai cinque milioni di dollari) capace di sviscerare le lacrime dello spettatore più spietato.

Al suo primo lungometraggio Duncan Jones mette in piedi un’opera sublime: una commedia fantascientifica che vira un po’ sul surreale ma soprattutto su un pacato descrittivismo narrativo che riesce a creare atmosfere di drammatico realismo senza forzare la mano col pathos o con trucchetti da circo tragico. Per arrivare a questo incredibile risultato Jones gioca con le citazioni, volte a riprendere classici e non-classici del genere. Così inevitabili i rimandi per il computer di bordo Gerty, che rappresenta un incrocio più umano tra il vecchio Hal di 2001 Odissea nello Spazio e il robottino di Wall-E.

Una combinazione bizzarra e un po’ irreale che umanizza la “macchina” e lo rende per molti versi più umano della stessa umanità, cancellando la diffidenza anti-positivista verso la tecnologia e la scienza che il secondo dopoguerra (memore di Hiroshima) si è trascinato tanto a lungo nel tempo. La scenografia tendente al semplice cromatismo bianco-nero è tanto angelica quanto claustrofobica: si precipita in un candore apparentemente ovattato e idilliaco, l’esatto opposto dell’astronave accidentata di Alien, assai vicina piuttosto all’ambiente confortevole ma alienante della stazione di Solaris.

La differenza la fa l’entrata in scena di tematiche d’attualità ancora scottanti e irrisolte (la clonazione umana, il profitto come primo valore), che nella loro spietata razionalità portano a situazioni al limite tra il surreale ed il grottesco. In tutto questo contesto il fattore aggiunto è Sam Rockwell, che sfodera una prova talmente convincente da far gridare all’oscar (non l’avrà, ne siamo certi). Una conferma per un’attore validissimo che si era già messo in mostra con la prestazione imponente in Confessioni di una mente pericolosa.

I toni gelidi complessivi del film (e qui è indispensabile la ricostruzione e l’interpretazione del paesaggio lunare) sono però i veri protagonisti del film, che riesce a far riflettere su tematiche serie (politiche oltre che etiche) nonostante un’andatura a metà tra il dramma e la commedia (un po’ come quest’anno è riuscito a fare District 9). E alla fine non si riesce a dare davvero risposta alla domanda iniziale: Fino a dove può spingersi lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo?

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Voto degli utenti: 8,2/10 in media su 12 voti.

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alexmn (ha votato 9 questo film) alle 11:46 del 23 gennaio 2010 ha scritto:

sai che..

all'inizio avevo qualche dubbio su questo film. la prima parte è molto bella ma non mi convinceva a pieno. la seconda (dopo l'intervallo) è stata semplicemente strepitosa!! gran esordio alla regia!

ottima recensione! mi piace la caratterizzazione di Gerty come un incrocio tra Hal9000 e Wall-E, non ci avevo pensato!

Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 23:21 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

Ce l'ho, cazzo, ce l'ho. Dopodomani mi sbrago sul divano e lo guardo, poi ripasso.

Peasyfloyd, autore, alle 23:42 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

oh dai che siam curiosi. Che qui bisogna decidere se Moon è il film fantascienza dell'anno. Alla faccia di Avatar...

Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 23:05 del 28 gennaio 2010 ha scritto:

Visto. Condivido pezzo per pezzo la tua recensione, Alessandro. Un film profondamente drammatico, che apre scenari di pura angoscia. La cosa che più mi ha allibito è stato percepire le emozioni "umane" del robot Gerty, che cerca sino all'ultimo di proteggere i cloni che, nell'ottica di profitto della multinazionale energetica, non sono altro che pure e semplici cavie da far ruotare indifferentemente. Promosso a pieni voti (anche per la bella colonna sonora), ma non voglio fare paragoni con Avatar, se non altro perchè quest'ultimo non l'ho visto (e, considerata tutta la pubblicità di cui ha goduto, mai lo vedrò).

Mr. Zanon (ha votato 9 questo film) alle 13:36 del primo settembre 2016 ha scritto:

Il miglior film di fantascienza degli ultimi anni insieme a District 9 di Blomkamp e pochi altri. Davvero un grande film, specialmente per il fatto che non punta sull'azione tipica da blockbuster di Hollywood, ma costruisce un'ottima trama con spunti e temi molto interessanti, una fotografia spaziale (i tutti i sensi), una regia misurata e sapiente e un Sam Rockwell mai stato cosi eccezionale. Da vedere e rivedere. Buona giornata a tutti.