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6/10

Breezy regia di Clint Eastwood

Romantico
recensione di Dmitrij Palagi

Frank Harmon ha superato la soglia dei 50 anni da solitario agente immobiliare di successo, legato solo superficialmente ad alcune donne ma del tutto disinteressato a creare una relazione stabile. Una mattina si ritrova in macchina una giovanissima autostoppista che finisce per restare in casa sua per diversi giorni.

 

Non si è mai maturi, si diventa solo stanchi.

Il primo film di Eastwood regista senza Eastwood attore.

Come il precedente Play Misty For Me (1971) al centro della storia c'è un uomo in balia di due donne. Stavolta sono toni inaspettatamente intimisti, del tutto estranei dal thriller erotico. C'è però da ammettere che una maniaca assassina non è paragonabile ad una docile e affascinante ragazza hippie, anche se entrambe sconvolgono la vita dei protagonisti. Clint si conferma particolarmente capace di scegliere le attrici dei suoi film, con un'affascinante e poco nota Kay Lenz, di cui è difficile non innamorarsi.

William Holden regala una splendida prova, di quelle da manualistica degli anni '70, incantando e senza nascondere il corpo provato dal passare degli anni. Il budget limitato, le riprese in California, la riduzione ai minimi termini della storia e l'essenzialità dei dialoghi: tutti particolari che fanno di Breezy un film tipicamente eastwoodiano. Il pubblico e la critica non accolsero bene la pellicola, ancora oggi poco nota ai più. Lo sguardo romantico e eticamente schierato del regista costruiscono uno spazio dove i due attori principali rendono perfettamente i loro personaggi, senza mai cedere al melenso (in tal senso si nota un notevole passo in avanti rispetto a Brivido nella notte). Sempre degna di nota la colonna sonora,. Si aggiunge un'efficace utilizzo dei corpi, un perfezionato uso degli esterni e un migliorato senso dei tempi.

Joe Hill si conferma uno sceneggiatore non brillante, funzionale ad una trama coerente ma privo di originalità.

Anche i più duri avranno di che intenerirsi, dimenticando il cinismo e accettando una filosofia “che accetta la vita senza domande né rimpianti” (Christian Dureau). L'importante è il racconto, la storia di un amore, senza alcuna finalità. Non è un film drammatico e neanche un commedia: puro sentimentalismo, adatto anche per chi ama presentarsi tutto d'un pezzo. Ha sconvolto un gruppetto di appassionati dello spaghetti western, mostrando come dietro all'epica di Leone si nasconda anche un desiderio di romanticismo ben coperto dalla polvere dei cavalieri solitari.

Mancano momenti particolarmente interessanti ma la regia è quella classica di Eastwood.

Per gli appassionati c'è da segnalare la breve comparsa, non segnalata nei crediti, del regista, così come il film che i due vanno a vedere: quell'High Plains Drifter che nello stesso 1973 riporterà al centro dell'attenzione lo straniero senza nome.

D'altri tempi, da vedere in coppia.

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