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9/10

L'Ultima Casa A Sinistra regia di Wes Craven

Horror
recensione di Riccardo Maggioni

La diciassettenne Mari (Sandra Cassel) decide di festeggiare il compleanno recandosi in città con l'amica Phyllis (Lucy Grantham) per assistere ad un concerto dei Bloodlust. Per procurarsi della marijuana le due amiche finiscono nell'appartamento in cui si nasconde la gang di evasi capeggiata da Krug (David Hess). I ricercati sequestrano Mari e Phyllis e, dopo averle violentate, le uccidono abbandonando i corpi nei boschi nei pressi dell'abitazione di Mari. In fuga dalle autorità, i balordi chiedono ospitalità in una casa nelle vigilanze celando la loro vera identità. Il caso vuole che si tratti proprio della casa in cui vive la famiglia di Mari. I genitori, scoperta casualmente la sorte della figlia, decidono di portare a termine un'orrenda vendetta.

Uscito nel 1972, L'Ultima Casa a Sinistra segna l'esordio alla regia di uno dei futuri re del cinema horror, Wes Craven, noto padre di classici del genere come Nightmare e Le Colline Hanno Gli Occhi. Film sconvolgente all'epoca della sua uscita, mantiene intatta la sua scabrosa brutalità anche ad anni di distanza. L'Ultima Casa a Sinistra si inserisce in quel filone di horror anni '70 disturbanti e sovversivi rispetto alle tradizionali regole del genere come Non Aprite Quella Porta e Le Colline Hanno Gli Occhi, inaugurando il sottogenere del cosiddetto Rape & Revenge (stupri seguiti da truculente vendette) di cui è il massimo esempio insieme a Non Violentate Jennifer. L'esordio di Craven è un film crudo, che lascia poco all'immaginazione e non lesina nel mostrare violenza e scene disturbanti sia per quanto riguarda la parte "rape" che quella "revenge". In questo è d'aiuto l'approccio grezzo del regista alle prime armi, con una colonna sonora minimale e pochi fronzoli, che da al film un taglio quasi documentaristico. Quello che Craven mette in scena è il lato oscuro dell'America dei figli dei fiori e della rivoluzione sessuale, una sorta di negativo fotografico dell'immagine idealizzata dei giovani statunitensi degli anni '60-70. La protagonista Mari, adolescente di una amorevole famiglia borghese qualunque, è una giovane ancora innocente ma che, spinta dall'amica Phyllis, va alla ricerca di emozioni forti nella nuova società più emancipata dei '70, dalle prime esperienze sessuali alle droghe leggere. L'impatto con il modo non è però quello aspettato dalla giovane, che diventa vittima del male cieco e immotivato di Krug e della sua gang. La banda di Krug, una sorta di famiglia perversa e criminale, diventerà a sua volta vittima della in apparenza pacifica e ordinaria famiglia di Mari, che spinta dalla sete di vendetta saprà svelare un lato celato altrettanto violento e crudele (il tema dello scontro tra due "famiglie", una cruenta e disfunzionale e l'altra borghese e ordinaria, con successiva discesa nella barbarie, verrà ampliato da Craven per diventare il tema portante di un altro dei suoi classici, Le Colline Hanno Gli Occhi). All'uscita, L'Ultima Casa a Sinistra dovette affrontare non poche difficoltà: venne commercializzato con tre diversi titoli, prima Sex Crime Of The Century, quindi Krug & Co, per poi arrivare al definitivo ed evocativo The Last House On The Left; fini dunque nelle mire della censura per l'eccessiva violenza, subendo vari tagli. Nonostante questo e i numerosi attacchi da parte della critica, ricevette un grande successo di pubblico, lanciando così la carriera di Craven. Un classico nel vero senso della parola, che a distanza 40 anni ha ancora l'effetto di un pugno nello stomaco sullo spettatore. Il film ha avuto anche un mediocre remake del 2009 diretto da Dennis Iliadis.

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Marco_Biasio (ha votato 9 questo film) alle 21:15 del 16 luglio 2014 ha scritto:

Eccezionale. Chissenefrega del remake. Il marciume e la violenza di quegli anni non sono replicabili. Complimenti per la scelta. Posso consigliarti di integrarla con un'altra "ultima casa", quella su Dead End Street? Film ancora più spinto e cattivo, specialmente se consideriamo i tempi. Alcune cose lasciano a disagio ancora oggi.