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7/10

The Butterfly Room regia di Jonathan Zarantonello

Horror
recensione di Piergiorgio Piras

Ann ( Barbara Steele ) è una signora che vive da sola nel suo appartamento. L'unica cosa che ci è data sapere all'inizio è la sua passione per le farfalle imbalsamate, che custodisce gelosamente in una stanza..la stanza delle farfalle appunto. Un giorno Ann inizia a frequentare Julie ( Ellery Sprayberry ), la figlia della vicina, e si instaura così un rapporto che farà rivivere a Ann i fantasmi del suo passato. Più precisamente la precedente relazione con Alice ( Julia Putnam ), una ragazzina conosciuta in un centro commerciale, che portò Ann a a confrontarsi con le altre donne frequentate da Alice. Julie, con la curiosità che contraddistingue una bambina della sua età, inizia ad esplorare la casa di Ann e scoprirà così che nella stanza delle farfalle c'è qualcosa di strano. L'unica a crederle sarà Dorothy ( Heather Langenkamp ), ovvero la figlia naturale di Ann.

La regia è di Jonathan Zarantonello, probabilmente noto ai più per il film "Uncut - Member only" che tanto fece discutere la critica per via del protagonista,Franco Trentalance, o meglio, l'organo genitale dell'attore porno. Un unico piano sequenza che riprende la giornata a letto del suo fallo. I più però forse non sanno che il regista nel 1996 col film "Medley, brandelli di scuola" riuscì anche ad ottenere una distribuzione americana sotto la casa di produzione della Troma (gli amanti dell'horror-trash sanno di cosa si tratta). Mentre per parlare della carriera dell'intero cast ci vorrebbe davvero troppo tempo, quindi ci soffermiamo solo su tre vere icone dell'horror. Barbara Steele, la regina del gotico anni '60 presente in innumerevoli pellicole di culto e diretta da registi del calibro di Mario Bava, Riccardo Freda, Antonio Margheriti e Roger Corman. Ray Wise, il padre di Laura Palmer nella serie tv di culto "I segreti di Twin Peaks" di David Lynch e Mark Frost. Heather Langenkamp, proprio lei, la Nancy del primo e del terzo titolo della saga di Nightmare diretto da Wes Craven e dell'ultimo capitolo "Nightmare nuovo incubo" dove interpreta se stessa. Fatta questa doverosa premessa iniziamo a parlare del film. Le prime immagini iniziano a scorrere già dai titoli di testa, una bambina, Dorothy, immersa in una vasca piena d'acqua che poi verrà ricoperta dal sangue delle mestruazioni della stessa. Ann (la madre) vedendo quello che è successo inizierà a mortificare la bambina mentre prova ad affogarla. La scena ricorda l'incipit di "Carrie lo sguardo si satana" di Brian De Palma.. la scoperta della sessualità attraverso il sangue delle mestruazioni e il rifiuto della madre verso la possibilità della crescita della figlia che comporterebbe una via aperta verso la malsanità del mondo. Per citare la frase nella locandina del film "I bambini non dovrebbero mai crescere". Poi si cambia subito scena, la trama inizia a profilarsi presentandoci i primi personaggi, e il film scorre per la maggiore nell'appartamento di Ann. E anche qui l'ambientazione dell'appartamento sembra un richiamo al tema tanto caro che fù a Polanski. Detto questo la pellicola per il restante non si pone, giustamente, l'obiettivo di creare un prodotto con l'unico scopo di citare i classici dell'horror, ma anzi detta una trama originale, scorrevole, supportata dalle musiche di Pivio & Aldo De Scalzi e con dei pregevoli spunti visivi. Tra tutti da sottolineare l'ottimo uso della fotografia che si distingue tra i momenti vissuti nel presente e i flashback. La sceneggiatura è buona, senza falle, e la storia è raccontata bene e intrecciata a tal modo che le verità iniziano a venir fuori soltanto nei momenti finali del film. Un'altra cosa che colpisce molto è il fatto che il regista riesce a creare un film horror che prende due spunti che per forse per troppo tempo sono stati dimenticati nei film del genere odierni. 1) L'orrore non è quello dei corpi mutilati e del sangue che scorre a fiumi, tanto caro allo slasher, o delle particolari scenografie, ma è la pazzia che si sviluppa nella mente dei protagonisti. Il sangue infatti è ridotto al minimo.. si vede solo nella scena iniziale e verso il finale, come fosse un cerchio che si chiude. 2) Il ruolo centrale delle donne, da sempre antagoniste in positivo del cattivo di turno, che fanno di questo film un horror femminista, tema questo tanto caro a Wes Craven, con l'unica variante che questa volta il nemico da sconfiggere non è un uomo. Che questo sia un film tutto votato al ruolo delle donne nel genere è sottolineato anche magistralmente dal fatto che nella stanza delle farfalle (come ripete diverse volte Barbara Steele durante il film) non sono ammessi uomini. In conclusione, un ottimo cast, diretto magistralmente, per un film che col tempo acquisterà sicuramente sempre più valore. Da vedere, in particolare per gli amanti del thriller-horror italiano.

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