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6/10

Le Manoir du Diable regia di Georges Meliés

Horror
recensione di Riccardo Maggioni

Un pipistrello entra volando all'interno di un castello medievale, dove si trasforma nel demone Mefistofele. Il demonio aiutato da un assistente inizia a compiere dei rituali in un calderone, ma viene interrotto dall'arrivo di due cavalieri. Mefistofele evoca uno scheletro e tre spettri per mettere in fuga i nuovi arrivati. Uno dei cavalieri viene sconfitto e portato all'interno del calderone da uno spettro, ma il suo compagno riesce a estrarre una croce di legno e mettere in fuga il demone.

Le Manoir du Diable è un cortometraggio di poco più di tre minuti girato nel 1896 dal pioniere francese della cinematografia Georges Melies,considerato per lungo tempo perduto prima che una copia della pellicola venisse ritrovata nel 1988 all'interno del New Zealand Film Archive. Tra le più antiche opere cinematografiche esistenti, il cortometraggio deve la sua fama all'essere stato identificato come il primo film horror della storia. E' difficile giudicare le prime pellicole di fine 800-inizio 900 dal punto di vista di noi spettatori del XXI secolo abituati ai livelli tecnici e qualitativi toccati dalla cinematografia contemporanea. Le Manoir du Diable visto oggi sicuramente non spaventa, anzi fa quasi sorridere per la pochezza dei mezzi a disposizione dei primi pionieri del cinema. Il film è girato interamente con una camera fissa. Il set è realizzato con scenografie teatrali come sfondi dipinti e altri oggetti da palcoscenico (uno su tutti il pipistrello palesemente in plastica inquadrato nelle prime battute del corto). E' quasi ignota la composizione del cast: l'unico membro di cui conosciamo con certezza l'identità  è Jeanne d'Alcy (la donna che Mefistofele evoca dal calderone) mentre si è ipotizzato che Mefistofele stesso fosse interpretato dal prestigiatore Jules-Eugéne Legris, successivamente tra gli attori di un altro film di Melies, Le Voyage dans la Lune, mentre altri ritengono si tratti di Melies stesso. La vicenda si sviluppa con ritmo frenetico nei pochi minuti della pellicola con repentini passaggi da una scena all'altra che, complice l'assenza di dialoghi, ad una prima visione non rendono semplice allo spettatore moderno capire lo sviluppo della vicenda. Il ritmo e le movenze degli attori richiamano dunque abbastanza da vicino quello della pantomima, testimoniando da una parte il legame ancora stretto del cinema con il mondo del teatro e dall'altro la volontà di Melies di divertire lo spettatore più che spaventarlo. Nonostante questo intento umoristico, Le Manoir du Diable merita l'appellativo di primo horror della storia portando per la prima volta nella storia davanti ad una macchina da presa molti degli elementi che caratterizzeranno il genere. Abbiamo un'ambientazione che arriva direttamente dal romanzo gotico del XIX secolo (il castello in rovina), creature soprannaturali (demoni, fantasmi) e rituali di stregoneria. Melies ci mostra inoltre per la prima volta la scema della trasformazione di un pipistrello in uomo, elemento che diventerà uno dei cliché dei film su Dracula e i suoi simili e che ha spinto alcuni critici a considerare Le Manoir du Diable non solo il primo horror, ma anche il primo film sui vampiri. Le Manoir du Diable al di là delle intenzioni del regista ha dunque il merito di aver introdotto su celluloide temi provenienti dalla letteratura gotica e dell'orrore, dando vita ad uno dei filoni più prosperi della cinematografia fantastica. Merita senza dubbio di essere visto per la sua enorme importanza storica, tenendo presenti le inevitabili ingenuità che saltano all'occhio dello spettatore moderno.

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