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8/10

Il Falsario regia di Stefan Ruzowitzky

Drammatico
recensione di Gianmatteo Luchi

1936. Il film narra la vicenda di un falsificatore ebreo, Salomon Sorowitsch, che viene messo dai nazisti in un campo di concentramento detto "la gabbia d'oro" per stampare banconote false, in modo di inflazionare e distruggere l'economia britannica e statunitense. Grazie soprattutto al tipografo Adolf Burger, che si rifiutava di aiutare i nazisti, la produzione di dollari viene boicottata.

Salomon Sorowitsch è ebreo, è Il falsario più bravo di Berlino, e quando arriverà ad Auschwitz sarà “arruolato” dai nazisti insiemi ad altri esperti in grafica e tipografia per stampare sterline e dollari in modo da introdurre falsi nei mercati corrispondenti. Il film racconta, romanzandolo, un episodio storico vero, tratto dal libro di memorie L'officina del diavolo del deportato ceco Adolf Burger, anche lui dentro il team.

La cosa più interessante di questo film, girato ed interpretato senza sbavature, è la rappresentazione dell’inferno dei campi di concentramento da un punto di vista abbastanza atipico; il team di specialisti a cui è affidato il compito di produrre banconote false vive in una sorta di hotel tre stelle (non di più, trattandosi comunque di ebrei) all’interno del lager. Il trattamento riservato a loro si può definire umano, soprattutto da parte del maggiore che conduce l’operazione Bernhard. Lo stridente contrasto con la vera realtà al di fuori della loro “lussuosa” baracca, e il contrasto che si viene a creare tra le varie psicologie dei protagonisti, fino ad un finale che ti fa attorcigliare le budella, sono gli ottimi ingredienti che fanno di questo film un ottimo thriller ed un sottile ed implacabile atto d’accusa contro il nazismo

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alexmn 8/10

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