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8/10

Il verdetto regia di Sidney Lumet

Drammatico
recensione di Valerio Zoppellaro

Frank Galvin, ex avvocato di successo ora alcolizzato, si ritrova tra le mani una causa sporca e importante, in cui è coinvolto un famoso ospedale, ma dovrà  lottare anche contro i colpi bassi del celeberrimo avvocato Concannon che difende l'istituto.

Uno dei meriti della carriera di Sidney Lumet è l'analisi dei vari punti di vista all'interno di un qualsiasi contesto. Il regista di Philadelphia è un estimatore del genere processuale ma nel corso della carriera è riuscito ad ambientare diverse opere su questo filone focalizzando al propria attenzione su diversi aspetti. L'intreccio de Il Verdetto è infatti di per sè abbastanza prevedibile con una sequenza di eventi che segue i classici film a tema processuale con il classico lieto fine. L'opera risulta però gradevole perchè si concentra soprattutto sull'evoluzione della figura dell'avvocato nel corso di tutta la storia, in un percorso del tutto singolare che lo porta al riscatto personale. Lumet tocca i tasti giusti nella descrizione del baratro di Frank Galvin, riuscendo a tenere alta l'attenzione dello spettatore scegliendo con cura i particolari della vicenda. Molto interessante la scelta del regista di utilizzare un campo molto ampio, come se lo spettatore assistesse ad una vicenda lontana da un punto di vista non troppo privilegiato. Alcune scene tipicamente anni '80 che rimandano quasi a Brian De Palma e la figura di Laura Fisher e dell'amico Mickey Morrissey danno brio al film che risulta godibile al di là del prevedibile finale. Paul Newman è in splendida forma, anche se poco convincente nella parte dell'alcolizzato a differenza della misteriosa e ambigua Charlotte Rampling. Tratto dall'omonimo romanzo di Barry Reed e sceneggiato da David Mamet, l'opera fece incetta di nomination sia ai Golden Globe che ai Premi Oscar senza tuttavia vincere alcun premio. Gli unici riconoscimenti furono il National Board of Rewiew Award a Sidney Lumet e il David di Donatello a Paul Newman. Non il miglior film di Lumet ma comunque da vedere.

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