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R Recensione

8/10

Più Buio di Mezzanotte regia di Sebastiano Riso

Drammatico
recensione di Pasquale D'Aiello

Davide non è un adolescente come gli altri. C'è qualcosa in lui, nel suo aspetto, che lo fa somigliare ad una ragazza. Davide ha quattordici anni quando scappa di casa. Il suo istinto, o forse il destino, lo porta a scegliere come rifugio il parco più grande di Catania: Villa Bellini è un mondo a parte, che il resto della città fa finta di non vedere. Il mondo degli emarginati, a cui appartengono anche La Rettore e il suo gruppo di amici, coetanei di Davide e come lui scappati dalle rispettive famiglie. Quando Davide viene accettato in quella famiglia allargata, il passato da cui stava fuggendo sembra svanire definitivamente. Fino a quando il passato irrompe nel presente e a Davide tocca la scelta più difficile, di fronte alla quale si trova, questa volta senza possibilità di fughe o rinvii, da solo.

Film di formazione del giovane Davide, adolescente catanese che fugge di casa per sottrarsi alla violenza di un padre incapace di accettare la sua omosessualità. Il racconto delle difficoltà  della strada e delle sofferenze di Davide offrono l'occasione per rappresentare il quadro di una tribù giovanile che abita il livello più basso della città. Quel girone in cui si incontrano i desideri più nascosti e le debolezze più esposte. Chi compra e chi vende, la merce i corpi di giovani ragazzi omosessuali che formano un collettivo sentimentale che si muove con le dinamiche di una banda metropolitana che a tratti ricorda l'iconografia de I guerrieri della notte (1979) di Walter Hill anche se priva di connotati di violenza ma ben riconoscibile per il suo essere un mondo a sè che solo occasionalmente si raccorda col resto della società. I ragazzi che compongono questa umanità sub-urbana non sono e non vogliono essere rappresentativi della propria generazione, essendo estreme e marginali le proprie storie. Eppure a tratti emerge con forza la loro travolgente umanità di giovani uomini che sembra di poter trascendere dalle specifiche storie fino a poter cogliere lo spirito della giovinezza, delle passioni e delle speranze già tradite a cui ostinatamente si continua a credere ed il tratto ispirato della regia unito ad una sceneggiatura efficace ripropone squarci d'insieme armonici e credibili che possono accostarsi anche al Breakfast Club (1985) di John Hughs. Sorprendente anche il coraggio e la forza con cui si pone il tema dell'omosessualità di un adolescente, senza infingimenti e circonlocuzioni, denunciando con determinazione i residui della cultura omofoba che ancora vede nell'omosessualità una pura e semplice malattia da curare o quantomeno reprimere. Ma il film non avrebbe raggiunto il tono di realismo e di affascinante credibilità che ha se non si fosse avvalso della straordinaria prova attoriale del giovane Davide Capone che interpreta alla perfezione un ruolo che sembra scritto su misura per lui. Per Micaela Ramazzotti, che interpreta la mamma di Davide, si tratta, invece, di una conferma che la vede svolgere con credibilità anche ruoli drammatici, anche in un film come questo che prende le distanze dalla recitazione fiction-like che ormai pervade quasi per intero il cinema italiano. Uniche sbavature possono considerarsi alcune accelerazioni e piccole forzature nella sceneggiatura (o forse dovute al montaggio che ha provato a tagliare il film per mandarlo in tv dove forse non può aspirare più che a qualche seconda serata, magari su un canale specializzato) e qualche leziosaggine in alcune inquadrature, come il lungo piano sequenza nei vicoli che sembra un omaggio a L'infernale Quinlan (1958) di Orson Welles, che, per quanto ben girate, poco si attagliano al tono drammatico della narrazione. Al film va anche il merito di riproporre la canzone della Rettore Amore stella del 1986 che, ad ascoltarla oggi mostra tutti i segni del tempo nei solchi del vinile e nelle illusioni infrante di chi le ha sognate e di chi ne ha raccolto solo i frammenti, in un'adolescenza che può essere più buia della mezzanotte ma che non sa smettere di sognare.

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