American Beauty regia di Sam Mendes
DrammaticoLa trama si concentra intorno alla vita della famiglia Burnham, composta da Lester, sua moglie Carolyn e la figlia adolescente Jane. Una tipica famiglia disfunzionale i cui membri vivono sotto lo stesso tetto ma sono ogni giorno più lontani gli uni dagli altri, incapaci di comunicarsi a vicenda i rispettivi timori e desideri, e incapaci di aiutarsi a vicenda.
Il solo parlare di un film come American Beauty è un qualcosa di meraviglioso e definirlo un semplice lungometraggio è talmente riduttivo che mi permetto di chiamarlo capolavoro. Capolavoro perchè pellicole del genere se ne vedono sempre più raramente, capolavoro perchè è destinato a rimanere nella storia del cinema, capolavoro perchè è talmente perfetto in ogni sua minima forma da sembrare irreale. Qualcuno penserà che le mie parole siano un'esagerazione, ma pensate al film, riguardatelo, rivivetelo e se trovate una sola minima sbavatura di qualsiasi natura, sarò ben lieto di venerarlo un po' meno! La regia è di un nome non molto noto nel paradiso hollywoodiano, se non per questo film ovviamente: Sam Mendes.
La sua è una regia d'autore, una regia da cui giovani aspiranti registi dovrebbero imparare molto. Io la definisco una regia che fa scuola: precisa in ogni minimo particolare, anche il più banale, non presenta errori di nessun tipo e dà la giusta profondità al film, la cui durata di circa due ore non annoia per niente. Il solo riflettere che American Beauty è stato il suo primo lavoro, fa pensare a come in Italia siamo arretrati e al perchè rimarremo sempre indietro su tutto, soprattutto in materia cinematografica dove non sempre trovano il giusto spazio i più meritevoli.
Ma vogliamo parlare della sceneggiatura? Firmata Alan Ball, essa si presenta geniale nella sua semplicità ed è curata veramente molto bene soprattutto per i protagonisti che essa ci presenta, ognuno con la propria personalità assai ben diversificata e definita. Anche il cast è scelto ad hoc, ottime le interpretazioni di tutti i protagonisti. Una su tutte, ovviamente, quella di Kevin Spacey. Non riesco ad immaginarmi veramente nessun'altro al suo posto nei panni di Lester Burnham. Una perfomance spettacolare. A tutto questo mix così perfetto nel suo insieme, fa da sfondo una colonna sonora (comprendente mostri sacri come Who, Free, e artisti moderni raffinati come Elliott Smith, Eels) che è una delle più adeguate al contesto mistico-esistenziale. In conclusione non rimane che riaffermare la necessità di vedere un film non solo godibile dal punto di vista estetico e narrativo, ma anche terribilmente educativo nella sua lezione di fondo costantemente d'attualità.
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