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R Recensione

8/10

Tyrannosaur regia di Paddy Considine

Drammatico
recensione di Victor Musetti

Joseph è un vedovo disoccupato con problemi di alcolismo, afflitto da una forte rabbia che lo porta verso l'autodistruzione, che tocca il culmine quando in un impeto di rabbia uccide a calci un cane. Nel disperato tentativo di cambiare la sua vita e uscire da un passato che lo tormenta, Joseph incontra la gentile Hannah, una donna cristiana vittima di un marito violento. Ma proprio un oscuro segreto di Hannah rischia di far tornare Joseph alla sua vita precedente.

Alcuni film sono veramente impossibili da digerire. Passano i giorni e rimangono lì, come un mattone nello stomaco. E per quanto il tempo possa far sfocare lentamente il ricordo, loro non hanno nessuna intenzione di andarsene. Sono come ferite inguaribili. Traumi irreversibili. Talmente forti visivamente da entrare nel nostro cervello alla stregua di un'esperienza vissuta personalmente. Eppure li abbiamo guardati fino in fondo, magari con le lacrime agli occhi, ma con il desiderio che non finissero mai. Al di là  della comune tendenza al masochismo, cosa in sè per sè ampiamente comprensibile e giustificabile in una società  che anestetizza e rende tabù tutto ciò che non è giovane e ben pettinato, o che perlomeno non si comporta come tale, forse non è sbagliato dire che le generazioni di oggi abbiano bisogno di film sconvolgenti per dare corpo al proprio spettro emotivo e alla propria sensibilità . In questo senso Tyrannosaur, opera prima dell'attore Paddy Considine, si può tranquillamente collocare in quella categoria di film che, nonostante si possano adorare, difficilmente avremo il coraggio di vedere una seconda volta. La prima scena ci dice già  tutto. Joseph è la classica persona che spereresti di non incontrare mai fuori da un locale alle quattro del mattino: intrattabile, irascibile, volgare e perennemente ubriaco. La sua rabbia è la sua sofferenza. Le sue urla sono come quelle di un fantasma in cerca di qualcosa da distruggere per sentirsi vivo. Il bisogno di trovare un senso, ma soprattutto l'inguaribile fame di rivincita di chi ha perso tutto e non ha più nessun motivo di combattere. Il suo incontro con Hannah, un altro corpo apparentemente senza vita, lo metterà  di fronte ad una possibilità. Ma non tutti sono in grado di mettere da parte il passato e, in questo caso, la rabbia. Una rabbia che resta incontrollata pur avendo dimenticato la causa di sè. Una rabbia inesauribile, istintiva perchè protettiva, ma allo stesso tempo spietata, a causa della forza non calibrata. Una rabbia che miete vittime innocenti e che piange costantemente sè stessa. Ma è una rabbia autodistruttiva, e lui non può farci niente. Non esiste uno straccio di luce in un mondo come questo. E il contesto degradato, il cielo perennemente grigio, le pareti scavate dal tempo riflettono sugli abitanti un malessere inestirpabile perchè alla radice. Paddy Considine dirige sapientemente i suoi straordinari interpreti (da segnalare il sottovalutato Eddie Marsan qui all'ennesima prova della sua immensa bravura) senza regalare niente di già  pronto allo spettatore. Sono i personaggi ad entrare lentamente nella nostra testa pur non avendo caratteristiche fuori dal comune. E' la loro ordinarietà  a sconvolgerci, proprio perchè specchio di una situazione riscontrabile nella vita di tutti i giorni. Ma si sa, senza una colonna sonora e una buona fotografia non riusciamo a capire determinate cose. Ed ecco che Tyrannosaur corre in nostro soccorso regalandoci un'esperienza irripetibile e onestamente unica nel suo genere. Da scoprire.

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