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R Recensione

8/10

Snowden regia di Oliver Stone

Drammatico
recensione di Eva Cabras

Alla Festa del Cinema di Roma 2016 viene presentato in anteprima nazionale il nuovo lavoro del regista Oliver Stone, dedicato al caso mediatico di Edward Snowden. Il film, che uscirà nelle sale italiane il 1° dicembre, ruota attorno alla vita e alla carriera dell'informatico americano, passato dallo spionaggio di massa targato CIA e NSA al controspionaggio dall'interno, culminato nella sua denuncia attraverso il quotidiano inglese The Guardian.

Edward Joseph Snowden è un giovane soldato delle Forze Speciali americane quando nel 2004 viene congedato per la frattura di entrambe le gambe durante l'addestramento. Fortunatamente per lui, la prestanza fisica è ben più banale della capacità di creare, distruggere e gestire complesse reti informatiche, attività nelle quali Snowden eccelle pur avendo appreso praticamente tutto da autodidatta. La CIA individua subito il suo potenziale e lo coinvolge a partire dal 2007 nei programmi di sorveglianza e sicurezza dell'intelligenze come consulente e programmatore. Durante le sue missioni a Ginevra, in Giappone e alle Hawaii, Edward viene investito del potere di accedere alle informazioni prersonali di milioni di cittadini, ma lo sprezzo per la privacy e la facilità con cui CIA e NSA usano a proprio vantaggio dati più che sensibili portano Snowden a chiedersi quanto del proprio lavoro fosse legale o eticamente accettabile. I dubbi di Snowden si fanno via via più pressanti, tanto da convincerlo che la pubblicazione delle strategie di spionaggio dell'intelligence americana a mezzo stampa sia l'unico modo per interrompere questa fitta rete di violazioni. Nel 2013 l'informatico si mette in contatto con la regista di documentari Laura Poitras (Melissa Leo), il giornalista Glenn Greenwald (Zachary Quinto) e il reporter del The Guardian Ewen MacAskill (Tom Wilkinson) a Hong Kong. I quattro compongono il team che sta dietro alla pubblicazione dei primissimi articoli che inchiodano i servizi di intelligence degli Stati Uniti, grazie a documenti segreti trafugati da Snowden durante il suo ultimo giorno di lavoro prima della fuga.

Lo Snowden di Oliver Stone, presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2016, ha in volto del bravissimo Joseph Gordon-Levitt, somigliante anche fisicamente all'originale paladino della consapevolezza informatica mondiale. Il viaggio di Snowden all'interno degli anfratti della sorveglianza miliatare lo muta profondamente, trasformando un acceso patriota che avrebbe voluto versare sangue sul campo di battaglia, in un disilluso fuggiasco, braccato dalle inflessibili leggi americane sul furto di informazioni e sullo spionaggio. Snowden si articola sull'intreccio di due diversi piani temporali: il presente della fuga, da Hong Kong alla pubblicazione per proseguire verso la richiesta di asilo in Russia, e il passato, che ripercorre passo per passo le tappe della carriera del protagonista. Il passaggio da entusiasmo a disgusto è tanto graduale quanto inevitabile, inserito oltretutto in un contesto lavorativo dove più di un individuo svela quanta poca fiducia il sistema stesso abbia nei confronti del proprio operato. Oliver Stone ci porta in tutti i luoghi del pellegrinaggio etico di Snowden, alla scoperta di come la sua brillante mente abbia elaborato la necessità di creare uno dei casi mediatici più massicci della storia dell'intelligence americana e ce lo racconta con uno stile asciutto, tagliente e dall'impostazione visiva solida, priva di grandi virtuosisimi. Dopo l'esposizione dei fatti attraverso giornali e televisioni, Ed Snowden ha dovuto lasciarsi alle spalle tutta una vita di sicurezze, andando a rifugiarsi in Russia, che ha accettato di concedergli asilo politico dopo il suo arrivo all'aeroporto di Mosca. Ad addolcire e umanizzare Snowden nella sua versione cinematografica c'è la complessa storia d'amore con la compagna storica Lindsay Mills, interpretata da Shailene Woodley, che permette al pubblico di apprezzare la caratterizzazione profondamente umana di un personaggio solitamente confinato nella cronaca, nelle prime pagine e nelle disquisizioni morali sulla necessità della sorveglianza nazionale sui propri cittadini. Snowden si chiude con l'entrata in scena della vita reale, con il vero esiliato Edward Joseph Snowden che spiega il perché del suo personale attacco all'America, condotto in nome della libertà personale, spesso sacrificata dai governi internazionali sull'altare della sicurezza.

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