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9/10

I Giorni Della Vendemmia regia di Marco Righi

Drammatico
recensione di A. Graziosi

Nel settembre torrido del 1984, Elia vive con i genitori nella campagna emiliana, nota per la commistione di cattolicesimo e socialismo nostrano. William, il padre, ha una forte inclinazione ideologica al marxismo mentre la madre Maddalena è una fervente cattolica. Il tempo è quello della vendemmia, e ad aiutare nel vigneto di famiglia arriva la nipote di una coppia di compaesani: Emilia. Presuntuosa e disinvolta, Emilia è una rivoluzione nella quotidianità provinciale di Elia.

Opera prima di Marco Righi, I giorni della vendemmia è una sorpresa graditissima e inaspettata: racconto di un'esperienza di fine estate che non può che ricordarci per ambientazioni, atmosfere, fotografia, tempistiche del Bernardo Bertolucci di Io ballo da sola.

Dietro questo ritratto della campagna emiliana, che sa quasi di atemporale anche se contestualizzato storicamente negli anni ottanta, c'è senza dubbio grande gusto estetico e anche coscienza e conoscienza di certi meccanismi della società e cultura italiana.

Gli attori sono perfettamente in parte e credibili nei loro ruoli, in particolare protagonista maschile (Marco D'agostin) e coprotagonista femminile (Lavinia Longhi), ma anche i personaggi secondari restituiscono un aspetto corale riuscito alla famiglia descritta. Il bello dei personaggi de I giorni della vendemmia è che vivono di vita propria, non vengono indotti dalla narrazione o da qualche deus ex machina a compiere determinate azioni: hanno il loro tempo, puoi sentirli vivere, respirare, agire naturalmente nel loro contesto, spazio e tempo. Questo modo di trattare in modo naturale, senza forzarli, la psicologia dei personaggi dei film ci ricorda la delicatezza di Truffaut ne Le Due Inglesi e nel suo cinema in generale.

Fotografia e regia danno l'impressione di essere dinnanzi a dei quadri dai tratti a volte manieristi, a volte un po' decadenti, in un'atmosfera sospesa e imperturbabile che ricorda i macchiaioli e l'opera fotografica di Ghirri, alla quale si l'autore si è apertamente ispirato.

Pur essendo tutto questo, I giorni della vendemmia riesce ad essere un film non pretenzioso e si può tranquillamente affermare che, nonostante il low budget, non manca nulla alla sua completezza. Pur tramite il filtro di una gradevole trasfigurazione estetica, che ci aiuta ad entrare nell'ottica di un racconto ambientato nel passato, si racconta infatti una storia del tutto realistica, con i piedi ben piantati a terra e con le radici nella realtà quotidiana, cosa che non presuppone necessariamente l'utilizzo di grandi mezzi e di lunghi periodi di riprese: la fattura del film è ancora più apprezzabile quando si scopre che è stato girato solamente in quattordici giorni e senza alcun aiuto da finanziamenti pubblici.

Molto belle e suggestive sono anche le musiche (Roberto Rabitti), che restituiscono il senso di intimità delle immagini e degli eventi narrati. Come altri film indipendenti I giorni della vendemmia ha avuto innanzi a sè un lungo percorso in cui è stato selezionato ed ha vinto in diversi festival durante il 2011, in Italia e nel mondo, poi è stato distribuito nella primavera 2012 in maniera indipendente, prima in Emilia Romagna, poi in varie parte d'Italia, infine ha continuato a essere scelto in molte rassegne cinematografiche anche nel 2013.

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Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 2 voti.
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alexmn 4/10

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