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7/10

Cafè de Flore regia di Jean-Marc Vallée

Drammatico
recensione di Giulia Bramati

Montreal, 2011. Antoine è un felice quarantenne: ha il lavoro che ha sempre desiderato, una bella e giovane fidanzata, due figlie e i genitori ancora in vita; vive però con il costante ricordo della ex moglie Carole, la quale non ha ancora elaborato la loro separazione.

Parigi, 1969. Jaqueline vive con il suo bambino down Laurant: il loro legame sembra indissolubile, finchè a scuola non arriva Veronique, anche lei down.

Le due storie si intrecciano.

 

A distanza di quarant'anni, due donne subiscono lo stesso drammatico destino: l'abbandono da parte di colui che hanno amato per anni e senza del quale non sanno più vivere. Jaqueline, giovane parigina degli anni '60, non riesce ad accettare che il figlio down di sette anni si sia innamorato di una compagna di classe affetta dalla stessa disabilità. In sette anni la donna ha stabilito un legame di affetto con il figlio, che viene sbriciolato nel giro di poche settimane quando il bambino incontra la sua anima gemella. Jaqueline cerca di impedire la frequentazione dei due bambini, ma l'amore che li lega è più forte dell'astio della donna.

Quarant'anni dopo, Carole vive una simile situazione, quando il marito Antoine la lascia per una donna più giovane. Trovandosi da sola, Carole è certa che Antoine stia attraversando una crisi di mezza età e che tornerà da lei, ma grazie all'aiuto di una medium capisce che l'uomo che ama è destinato a sposare la sua anima gemella, nonché la giovane nuova compagna.

Cafè de Flore” è un film sul dolore dell'abbandono e sull'ironia tragica della vita, che regala fugaci momenti di felicità, difficilmente raggiungibili. Tutti i personaggi, anche quelli che apparentemente sembrano più felici, celano infelicità; Antoine, quarantenne di successo, con una compagna bella e giovane, una casa perfetta, un lavoro che ama, due figlie, è in realtà infelice: è addolorato per la ex-moglie, a cui vuole ancora bene; ha un conflittuale rapporto con il padre, il quale non ha accettato la separazione del figlio da Carole; si trova a dover gestire la figlia teenager, che si ribella alla nuova situazione familiare.

La regia di Jean-Marc Vallèe gioca a creare forte tensione nello spettatore, che, fino a pochi minuti dalla fine, cerca un collegamento tra le due vicende, apparentemente inconciliabili.

La canzone “Cafè de Flore”, che dà il titolo al film, ha un ruolo cruciale nelle due storie: essa costituisce un mezzo di collegamento tra due personaggi Laurant, il bambino down, che ascolta con passione la canzone e la associa alla bambina di cui è innamorato, e Antoine, che usa la canzone per caricarsi prima delle serate in discoteca, in cui lavora come DJ.

Jaqueline è interpretata da Vanessa Paradis, infelicemente conosciuta più come moglie di Johnny Depp che come attrice, nonostante ricopra spesso ruoli interessanti; è stato scelto invece un attore esordiente per interpretare Antoine: Kevin Parent è infatti un cantante canadese, che ricopre molto bene il ruolo del DJ.

A sei anni da C.R.A.Z.Y. (2005), Vallèe mostra al pubblico una pellicola ben studiata e poco scontata.

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