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7/10

Paranoid Park regia di Gus Van Sant

Drammatico
recensione di Valerio Zoppellaro

Alex è un sedicenne che vive a Portland negli Stati Uniti d'America. La sua passione è lo skateboard e tutta la cultura che ci sta attorno. Con l'amico Jared comincia a frequentare il Paranoid Park, un posto conosciuto da tutti gli skater della città

Paranoid Park è  basato sull’ episodio dell’ uccisione della guardia notturna da parte di Alex, adolescente tendente all’ isolamento  nel mezzo di un momento particolarmente delicato della propria vita. Il giovane adolescente non è in grado di dare un senso ad un atroce delitto compiuto per caso in una serata sbagliata e sceglierà di scrivere  in una lettera (che poi brucerà) il suo confuso flashback che l’ ha portato a Paranoid Park e all’ uccisione della guardia notturna. Gus Van Sant è unico nel creare con un effetto basato su flashbask e immagini fredde l’ apatia di sentimenti del giovane protagonista che per tutta l’ opera rimane in balia degli eventi che lo circondano. Ciò che colpisce nella descrizione di Alex è la sfiducia nel mondo che paradossalmente lo salva dall’ essere punito per il delitto compiuto. Il regista descrive con originalità il rimorso che saltuariamente esplode in tutta la sua violenza, dietro la faccia inespressiva del protagonista, splendidamente interpretato da Gabe Nevins. Lo stile narrativo rende lo spettatore semi inconsapevole della vicenda che prende forma lentamente con l’ andare del film. Lo spettatore assiste alla storia come se fosse dietro ad un vetro appannato che solo saltuariamente gli fa comprendere il reale impatto emotivo e drammatico della storia  Il film è una profonda riflessione sul significato della colpa e sul filo degli eventi che portano un adolescente come tanti ad essere la causa della morte di un uomo. Non c’ è un giudizio etico né una morale ma semplicemente viene raccontata una storia che ci fa capire quanto siano sottili e relativi i confini della nostra quotidianità. Alex sembra così sgusciare via dai propri fantasmi in una realtà che non si accorge della sua follia. Van Sant non è mai banale e i soli ottantacinque minuti dà vita ad un’ opera di rara profondità ma che contemporaneamente non lascia traccia. Se in Elephant il mondo degli adolescenti americani era visto dal punto di vista del gruppo, in Paranoid Park al centro c’ è l’ individuo apparentemente innocuo che si maschera del conformismo di tutti i giorni. Tratto dall’ omonimo romanzo di  Blake Nelson, vincitore del Premio speciale del 60esimo anniversario al festival di Cannes del 2007, eletto come secondo miglior film dell’ anno dai lettori di Cahiers du Cinema. Nell’ originale colonna sonora si citano le musiche di Nino Rota per Giulietta degli Spiriti e Amarcord  di Federico Fellini.

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Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 3 voti.
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alexmn 8/10

C Commenti

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swansong (ha votato 4 questo film) alle 10:36 del 5 maggio 2015 ha scritto:

Anche no, grazie..film di una noia mortale e per me del tutto inconcludente!