R Recensione

8/10

Per Amor Vostro regia di Giuseppe M. Gaudino

Drammatico
recensione di Maria Vittoria Novati

Anna è stata una bambina spavalda e coraggiosa. Oggi, è una donna "ignava", nella sua Napoli, che da vent'anni ha smesso di vedere quel che davvero accade nella sua famiglia, preferendo non prendere posizione, sospesa tra Bene e Male. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente. Fino a convincersi di essere una "cosa da niente". La sua vita è così grigia che non vede più i colori, benché sul lavoro - fa la "suggeritrice" in uno studio televisivo - sia apprezzata e amata, e questo la riempia di orgoglio. Anna ha doti innate nell'aiutare gli altri, ma non le adopera per se stessa. Non trova mai le parole né l'occasione per darsi aiuto. Quando finalmente, dopo anni di precariato, riesce a ottenere un lavoro stabile, inizia il suo affrancamento da questo stato. Anche dal marito, del quale decide finalmente di liberarsi. Da quel giorno affronta le tante paure sopite negli anni, come quella di affacciarsi al balcone di fronte al mare... Perché sa che quel mare è per lei un oracolo. Il mare unico elemento ancora non contaminato dal suo sguardo grigio.

Dopo il suo primo film sperimentale Giro di lune tra terra e mare del '97, Gaudino si cimenta in questo nuovo lungometraggio non così semplice, date le premesse: Anna, interpretata da una meravigliosa e delicata Valeria Golino (Coppa Volpi come miglior attrice protagonista alla 72esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia), vive per amore degli altri, per la sua famiglia, per i suoi genitori, per i suoi amici, mai per sé stessa. La scelta della pellicola in bianco e nero esalta il disagio della protagonista, la quale rifugge completamente da sé stessa e non affronta mai i problemi che a lei sembrano invalicabili, utilizzando l'ipocrita scusa del "è Per amor vostro che faccio tutto questo". Sullo sfondo una Napoli, anch'essa in bianco e nero, sublime e allo stesso tempo specchio della protagonista. Solo il mare è di colore azzurro, il mare di cui lei ha paura ma al contempo non può farne a meno perché è la sua inconscia ancora di salvezza. La vicenda si alterna a sogni e incontri con le anime del purgatorio, sperimentalismi forse ormai un po' datati ma piuttosto efficaci nel rendere l'atmosfera del film. Il regista approfondisce il cono d'ombra della vita in cui banalità e onirico si mescolano, basso e alto vanno a braccetto, in un teatro urbano come la città di Napoli, ove è possibile tutto ciò. Bisogna anche osservare tuttavia, che tanta parte (forse totale) della riuscita del film è data dalla presenza di Valeria Golino, efficacissima colonna portante di tutto il film. Probabilmente se vi fosse stata un'altra attrice l'esito sarebbe stato molto diverso. Attrice e regista hanno fatto un eccellente lavoro sul personaggio di Anna; anche la storia, seppur con qualche difetto e non scevra di alcune sbrodolature, coinvolge e fa empatizzare lo spettatore con la protagonista. Da vedere.

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