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7/10

La Sfida regia di Francesco Rosi

Drammatico
recensione di Dmitrij Palagi

Vito è un contrabbandiere di sigarette napoletano. Per caso finisce a vendere un carico di cucuzzielli e decide di entrare nel giro della compravendita illegale di frutta e verdura. Dovrà accettare le regole della camorra rurale della Napoli del secondo dopoguerra.

  

1958, esordio solista per Francesco Rosi, dopo una lunga esperienza da aiuto regista e co-direttore. Camorra e speculazione finanziaria: in breve l’economia italiana, intreccio indissolubile tra capitalismo e criminalità organizzata. Passare dal contrabbando delle sigarette al mercato ortofrutticolo come salto di qualità nella scala della delinquenza.

La ricostruzione di Napoli e della sua campagna secondo stilemi hollywodiani, il piccolo trafficante che si fa grande criminale con le proprie regole, con una grande storia d’amore, opponendosi al sistema e cercando di emergere con le proprie forze. La splendida fotografia di Gianni Di Venanzo rende suggestiva e inedita la città e i campi intorno alla capitale del sud. Risaltano ed emergono come due star americane Rosanna Schiaffino (genovese travestita da bellezza meridionale) e Josè Suarez (in Italia grazie alla coproduzione spagnola).

Gli schemi sono fissati, per la trama e per l’evolversi dei personaggi, gangster e famiglia italiana. Si gioca su binari dati per denunciare la malavita e i meccanismi speculativi intorno al commercio ortofrutticolo. Il cinismo e la violenza si prestano al meglio in caso di denuncia sociale e Rosi riesce a inserirli in un percorso narrativo efficace e con ritmo sempre più serrato.

Il sonoro in presa diretta e la centralità degli attori contribuiscono a raggiungere la sintesi tra documentario e film d’azione, denuncia e intrattenimento. La scuola è quella di Giannini e Visconti. La storia che fa da base al film è quella di Pascalone ‘e Nola, il criminale che avrebbe dato uno schiaffo a Lucky Luciano. L’ambientazione avrebbe dovuto essere in Sicilia e il soggetto concentrarsi sulla moglie, Donna Assunta, arrestata per aver ucciso il mandante dell’omicidio del marito. La Lux impose le modifiche.

Un film italiano, sviluppato su stilemi statunitensi, attendo alla denuncia sociale di un Paese che nella struttura non cambia, anche se l’apparato mafioso del 2011 si è nettamente sviluppato rispetto alla camorra rurale degli anni ‘50. Resta la mentalità e l’identità di un Paese che oggi meno di ieri riesce a guardarsi, analizzarsi e denunciarsi. Un pezzo della nostra storia.

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