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6/10

17 Ragazze regia di Delphine Coulin

Drammatico
recensione di Alberto Longo

A Lorient 17 ragazze, coetanee e compagne di liceo, rimangono incinte con l'intenzione di vivere autonome, crescendo i figli tra loro senza l'aiuto di adulti e partners. L'avvenimento lascia sconvolti la comunità e le autorità scolastiche, che non riescono a darsi una spiegazione.

Le sorelle Coulin s'ispirano ad un evento realmente accaduto nel 2008 a Glouchester, nel Massachussets, facendolo loro con ambientazione e stile del cinema francese.

Non è la prima volta che il cinema porta sullo schermo vicende di gravidanze, soprattutto se si tratta di storie di giovani madri: l'esempio più recente è Juno di Jason Reitman, capace di donare un'apprezzabile stile da commedia per un tema così delicato. In tal caso, 17 Ragazze è più simile ad un documentario, con una narrazione apparentemente neutrale che lascia agli spettatori il compito d'interpretare quanto stia accadendo, per trarre le proprie conclusioni nel finale. Molto efficace quindi la rappresentazione della quotidianità delle protagoniste: vivace, trasgressiva e sempre in movimento, in contrasto con quella adulta, cui però sono destinate per la loro scelta. L'interpretazione delle giovani attrici è sincera: è una "rivolta in rosa" che di reale sembra avere tutto, dalla pazzia giovanile alla conferma della donna in maternità in una società che ormai la relega ad un età sempre maggiore.

La fotografia usufruisce di molti piani lunghi per le sterminate e soleggiate coste bretoni in cui le protagoniste si rifugiano o si perdono, a dispetto invece delle inquadrature strette o ravvicinate per l'ambiente urbano, a rappresentare sfida, libertà e smarrimento per le prime, oppressione, routine e sicurezza per le seconde. Due schieramenti generazionali schierati su due territori contrapposti, portatori anche dell'esperienza e disillusione adulta e l'utopia adolescenziale.

Per quanto le registe dimostrino entusiasmo nel narrare questa strana vicenda, il loro lavoro pecca di qualche grossolanità registica, soprattutto nell'ambito della sceneggiatura: c'è difficoltà nel portare in superficie le vere motivazioni delle ragazze cui genitori e spettatori cercano di rispondersi dall'inizio del film, spesso non arrivando appieno ad una spiegazione, forse come chiara dimostrazione di quell'irrequietudine generazionale. Alcuni personaggi sono poco approfonditi, se non ridotti a confuse macchiette: è il caso dei partners di cui le ragazze usufruiscono per arrivare al loro scopo, ridotti a semplici distributori gratuiti o meno di spermatozoi. Un eccessivo dilungarsi nella narrazione con silenzi e frasi smezzate smorza il brio di fondo e il rischio di rendere insopportabili le protagoniste è sempre costante proprio per quella mancanza di adeguate risposte che portano inesorabilmente lo spettatore a condividere lo sguardo di genitori e insegnanti preoccupati; complice anche la caduta di quella neutralità narrativa. Il montaggio è altalenante tra telecamere fisse e mobili, stacchi da primi piani, dettagli ma tecnicamente rozzo.

La colonna sonora non presenta brani originali, ma pezzi rock e pop che tuttavia bene s'intonano con l'indipendenza e la trasgressione delle ragazzine.

In breve...

Ispirate dagli eventi del 2008 di Glouchester, Muriel e Delphine Coulin trasportano le 17 liceali incinte sulle coste bretoni, narrandone con neutralità i sogni, la trasgressione e il brio che contraddistingue la loro età. Un tema così delicato e un evento così inusuale necessitava però di maggiori risposte che la sceneggiatura sembra non dare appieno, nonostante qualche sacrificio sui personaggi, soprattutto dei coetanei maschili.

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alexmn 7/10

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