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6/10

This Beautiful Fantastic regia di Simon Aboud

Commedia
recensione di Leda Mariani

Deliziosa favola moderna che racconta l’amicizia tra Bella Brown (Jessica Brown Findlay, star della serie TV Downton Abbey), ragazza eccentrica un po’ fuori dall’ordinario, che sogna di scrivere libri per bambini, ed Alfie Stephenson (il candidato all’Oscar Tom Wilkinson), un ricco anziano burbero e solo. Sullo sfondo un giardino abbandonato che rifiorisce in meno di un mese, nel cuore di una Londra poetica e nascosta, nella quale si instaurano relazioni profonde tra improbabili incontri dai toccanti risvolti. Un’amicizia insolita e magica raccontata, come una favola moderna, attraverso la metafora della cura per le piante, dove a sbocciare, in ogni sua forma, è soprattutto l’amore.

Un film che poteva essere molto di più

Il soggetto di partenza di questo film è fondamentalmente interessante: un po’ per il messaggio positivo e costruttivo, orientato alla ricerca del bello estetico, ed esistenziale, e al ritrovamento della gioia e del senso della vita nella riscoperta della Natura, ma soprattutto per la maniera originale e allo stesso tempo classica, di trattare un tema molto presente nella narrativa tradizionale, vale a dire la metafora della ricostruzione di un giardino, così come della propria vita. Tuttavia, il plot originale e poetico scivola su troppi cliché e stereotipi, dal personaggio disfunzionale della giovane Bella, fin troppo simile alla Amélie di Jean-Pierre Jeunet (2001), con forme e caratteristiche psicotiche per nulla celate, a quello assai banale dello scienziato un po’ pazzo Billy, fino al padre vedovo che crea magia in cucina (il Vernon d’origine irlandese di Andrew Scott). Le immagini sono interessanti, gli attori sono stati scelti con cura a livello fisiognomico, e sono tutti interpreti generalmente molto bravi, soprattutto Tom Wilkinson nella parte dell’anziano Alfie, che è anche quella più divertente e brillante: quella insomma scritta meglio. Ciò che non funziona bene e che rende il film non particolarmente interessante, è invece la regia, che non riesce a dar vita ad un sistema organico e convincente. Gli elementi della storia, presi singolarmente funzionano a livello poetico, ma sono disarticolati, poco sviluppati, e si passa da una scena all’altra in maniera repentina, senza sfumature.  This Beautiful Fantastic  è un film senza gradazioni, molto patinato e che ci strizza l’occhio dal punto di vista estetico, ma che non riesce a creare le tonalità psicologiche e storiche dei suoi personaggi, che sono invece ciò che valorizza il disegno, ed enfatizza la poesia di qualunque narrazione.

Il risultato è una fredda sequenza di inquadrature e scene, abbastanza disomogenea, in cui caratteri poco sviluppati attraversano il campo senza lasciare troppo di sé. Un po’ commuovono, coinvolgono, divertono, ma a sprazzi, investiti da continui cali di tensione narrativa e dal fatto che fondamentalmente, a parte Alfie Stephenson, non raccontano quasi nulla delle proprie vite.

Peccato davvero, perché l’idea invece era interessante, fiabesca e romantica.

Anche Jessica Brown Findlay, bellissima donna il cui volto è un incantevole mix tra quello di Winona Ryder (da giovane) e di Scarlett Johansson, a livello di presenza estetica convince, ma a parte gli elementi dettati dalla superficie, come il look, l’abbigliamento (di cui già non si comprende la ragione specifica) e i modi, alla fine non ci racconta quasi niente del personaggio: sappiamo solo che ha delle paure, non comprendiamo il perché e che poi magicamente le supera… e vissero tutti felici e contenti!

Ci sono in effetti elementi toccanti ed emozionanti in questo film, ma si concentrano tutti alla fine, nel prevedibile atto di estrema bontà di un Mr. Stephenson inizialmente insopportabile e che molto facilmente scardina le sue barriere.

Il ruolo del solitamente bravissimo Jeremy Irvine, nei panni del goffo e romantico genio Billy Trantor, è incoerente, ed insignificante… troppo campato in aria… Forse andrebbe bene se ci trovassimo di fronte ad una fiaba per bambini, ma non lo è, ed un minimo di credibilità la dovrebbe comunque conservare.

Pesante la colonna sonora, che è davvero troppo invadente e a tratti fastidiosa.

Diretta da Simon Aboud (Comes a Britgh Day), la commedia  è prodotta da AMBI Media Group di Andrea Iervolino e Monika Bacardi, assieme alla Ipso FactoProduction di Christine Alderson. Il film arriva in sala dopo aver incantato il pubblico all’ultimo Monte-Carlo Film Festival de la Comédie. Simon Aboud ha commentato: "This Beautiful Fantastic è una di quelle rare storie con una bella anima, che fioriscono in un vero gioiello cinematografico. Si tratta di un racconto per adulti, una storia romantica di un amore che sboccia, in ogni sua forma. Il mio obiettivo come regista è sempre stato raccontare la verità emotiva della storia, dei personaggi e dei loro viaggi”. Ma dal mio punto di vista il film non racconta: solo, suggerisce, dà l’idea, fa annusare il profumo di qualcosa di profondo e poetico, che però non ci vuole dare fino in fondo, e comunque non in una maniera davvero credibile ed interessante.

Forse l’unica cosa che convince, a parte l’interpretazione divertente ed intelligente di Wilkinson, è la fotografia di Mike Eley. La natura senza tempo della sceneggiatura si riflette nel calore visivo, nelle gradazioni di colore scelte con cura, che vanno dal blu scuro freddo, e dai grigi delle sequenze di apertura dell’infanzia, fino a quelle più luminose e calde del percorso di riscoperta di sé di Bella e del suo risveglio, fisico e morale. I movimenti della macchina da presa e le inquadrature, sono state impostate sulla base dell’umore della protagonista, per ogni fase della sua storia. Anche il giardino, mano a mano che acquista importanza nella vita di Bella, prende spazio gradualmente nell’inquadratura, trovando la sua strada fino al Primissimo Piano. La fotografia sembra a tratti un bel quadro “en plein air”, che va dal romantico all’impressionista, ad accompagnare un film eccentrico, ma alla fine nemmeno troppo stravagante, e forse un po’ troppo sbrigativo.

Non si può dire che non funzioni del tutto, ma nemmeno che sia più di una piacevole e leggera bozza, dagli accenti surreali.

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