R Recensione

6/10

A Napoli non piove mai regia di Sergio Assisi

Commedia
recensione di Fabio Secchi Frau

Barnaba (Sergio Assisi), accusato di soffrire della sindrome di Peter Pan, in un momento di difficoltà chiede aiuto ad un suo vecchio amico Jacopo (Ernesto Lama), che soffre della sindrome dell’abbandono. Poi arriva Sonia (Valentina Corti), che da Milano accetta il suo primo lavoro come restauratrice al Sud ma la ragazza, per uno strano scherzo del destino, soffre proprio della sindrome di Stendhal...

Barnaba (Sergio Assisi) è un trentottenne nullafacente napoletano che sogna di diventare ricco senza lavorare. Vive ancora con i suoi genitori ed è chiaramente afflitto dalla sindrome di Peter Pan, tanto palese da spingere la fidanzata storica a lasciarlo e il padre a cacciarlo di casa. Sarà l'incontro con una bella restauratrice milanese, affetta invece dalla Sindrome di Stendhal, a cambiargli la vita. Dopo una fiction di Fabrizio Costa (Una coppia modello) e due lungometraggi (il drammatico Ultima fermata e la commedia Fratelli unici), Sergio Assisi debutta sul grande schermo in veste di regista e sceneggiatore, nonchè interprete principale di un film allegramente naif e spensierato, senza particolari pretese. Non lo fa da solo. Per sicurezza, si circonda da vecchi volti del cinema e del teatro partenopeo di sempre, che sono poi ottimi professionisti, come Ernesto Lama, Nunzia Schiano, Clotilde Sabatino, Sergio Solli, Antonella Morea, Francesco Paolantoni e Lucio Caizzi. Purtroppo, alcuni di loro non sempre riescono a essere naturali come dovrebbero e, quindi, convincenti. Soprattutto in alcune scene, si avverte l'aria di una recita scolastica, non particolarmente gradevole agli occhi e alle orecchie dello spettatore pagante. Forse, è anche colpa della sceneggiatura di Assisi che, seppur colma di passione, brio e autentico sentimento per il capoluogo campano, non riesce a graffiare comicamente come ci si aspetterebbe. Insomma, non siamo di fronte a un Massimo Troisi, ma nemmeno (grazie al cielo!) a un Alessandro Siani. Per di più, malgrado il titolo sia un chiaro riferimento al fatto che non sempre gli stereotipi sono validi, nella pellicola gli stereotipi su Napoli sono non solo spalmati ovunque, ma soprattutto belli vivi! Dalla grazia chiesta per i motivi più disparati al santino di San Gennaro (che ogni napoletano sembra avere nel portafoglio) alle grida delle donne da balcone a strada, potenti e acuti come missili terra-aria, passando per il fenomeno dei mammoni sotto il Vesuvio fino all'aspetto culinario della città con pranzi leggeri che sono in realtà cenoni di Capodanno. Insomma, se ci fossero state meno teatralità e meno folklore, sarebbe stata una Napoli diversa in una sceneggiatura diversa, cinematograficamente parlando e come il titolo preannunciava. Ma forse Napoli non può essere diversamente. Non esiste una Napoli differente da quella che ci propinano in ogni fiction e film. Eppure, alcuni di noi sono convinti di averla vista in quel bagliore pieno di candore che era il bellissimo lungometraggio animato L'arte della felicità ma forse ci sbagliamo. Forse, era solo un fulmine estivo, che precipita a terra e non promette una rinfrescante pioggia. Simpatico, c'è da sottolinearlo, il fil rouge che lega i due protagonisti: le due sindrome di cui sono parallelamente affetti. Ottima la scelta di Valentina Corti (volto più televisivo che cinematografico) che, nel ruolo della restauratrice Sonia e controparte di Assisi sotto vari livelli, aggiunge leggerezza e simpatia ai volti volutamente grotteschi che animano gli edifici e le vie della città.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo film. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.