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2/10

Tutte Contro Lui - The Other Woman regia di Nick Cassavetes

Commedia
recensione di Erika Sdravato

Una donna (Cameron Diaz) scopre che l'uomo con cui ha una relazione è già sposato. Decide così di incontrare la moglie tradita (Leslie Mann) e, con grande sorpresa, realizza di avere molto in comune con lei, diventandone amica. Quando poi le due scoprono che il fedifrago ha un'ennesima storia extraconiugale, uniscono le forze con la terza malcapitata (Kate Upton) ed attuano il loro piano di rivalsa...

Prima la moglie, poi l'amante ed infine, giusto per non farsi mancar nulla, anche le amanti dell'amante: ci sono casi in cui i tradimenti non conoscono limiti, e medesime situazioni in cui i disastri cinematografici, anche. In Tutte contro lui Cassavetes non fa altro che ripetere che la vendetta è femmina (ma soprattutto è magra attraente e ricca: non vorremmo mica boicottare i canoni estetici hollywoodiani proprio con l'ennesima commediucola, no?!), è difficile da attuare solo se ci si trova da sole, è stupida almeno quanto chi la compie, è liberatoria nel momento in cui diventa sadica, è banale se non la si perpetra con machiavellica originalità. è come se regista e sceneggiatrice abbiano scavato con un cucchiaino - anzichè riempito con la mdp e l'ingegno - tutti i protagonisti della pellicola, svuotandoli delle loro possibili caratterizzazioni: così assistiamo alla performance di una Cameron Diaz al limine della credibilità (la sua immobilità all'interno dello stesso imbiondito ruolo attoriale che ricopre da vent'anni sta quasi vanificando quel pulviscolo di speranza riposta in un suo salto evolutivo professionale, fermo ai tempi de Il matrimonio del mio migliore amico, ormai lontano 1997); ci imbattiamo nella continua ed insopportabile lagnanza di una Leslie Mann, doppiata in maniera trucemente patetica e squittita; veniamo nostro malgrado soffocati dalla quinta di reggiseno di una Kate Upton, qui attrice per caso e forse neanche poi così male; ci troviamo in maniera obbligata ad odiare un Nikolaj Coster-Waldau, il Lui donnaiolo fedifrago del titolo ed unico esponente di vaga ilarità (seppur decisamente lontano dalla pienezza interpretativa del suo Jamie de Il trono di spade). La sincera delusione complessiva che regala questo film trova plausibile spiegazione nella più totale neglettitudine dello script, mai neanche lontanamente spassoso o curato (doverosa bacchettata sulle dita a Melissa Stack, qui davvero incapace a suscitare se non una risata, anche un sorriso forzato o circostanziale). Qualsivoglia tentativo di rimanere a galla del "prevedibile ma gradevole" naufraga pochi secondi dopo con imbarazzanti dialoghi e scenette da sit-com di dubbio buon gusto. Questo perchè le uniche domande di senso che solleva un film di tal specie riguardano la portata di un così sorprendente deficit di estro, humour, sagacia, tutte addensate in uno stesso maldestro errore creativo e stilistico. E tra vomito in borsa, diarrea in tazza e cadute dai balconi, il colpo di grazia arriva con un inspiegabile e doppio momento splatter a fine "commedia" (la difficoltà di classificazione di genere di Tutte contro lui resta uno dei motivi di indisposizione nei suoi confronti), che sancisce il definitivo fallimento del film. Per concludere: tutto è bene quel che finisce bene, con tanto di reciproco scambio di familiari come partner di letto e conseguenti successi lavorativi per personaggi standardizzati e noiosamente proposti ad un pubblico ormai stanco di facili e demenziali proposte commerciali. Insomma, un film davvero indimenticabile, perchè di tali flop è difficile scordarsi. Della serie, tutti contro Lui: Nick Cassavetes e la sua idea di insipido divertimento cinematografico.

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