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6/10

E' Complicato regia di Nancy Meyers

Commedia
recensione di Fulvia Massimi

Jane Adler si sente finalmente realizzata, dopo diciannove anni di matrimonio, dieci di divorzio, tre figli adorabili, un lavoro e una villa da sogno a Santa Barbara. Il versante sentimentale manca di pepe ma proprio quando Adam, il timido architetto che le ristruttura casa, entra nella sua vita, Jane si trova coinvolta nella situazione più impensabile e assurda di tutte: una relazione con l’ex-marito Jake, (ri)sposato con un’aitante trentenne.

Nel 2003 Jack Nicholson scaricava la baby-fidanzata Amanda Peet preferendole la frizzante “suocera” Diane Keaton (a sua volta corteggiata da un impacciato Keanu Reeves) in Tutto Può Succedere. Sette anni dopo  cambiano gli addendi (là si trattava di una donna e del “genero”, qui di una donna e dell’ex-marito) ma non il risultato: nonostante la parentesi “giovanile” di L’Amore non Va in Vacanza, Nancy Meyers sembra non aver abbandonato il gusto per la commedia della terza età che tenta di rispondere all’annosa e ormai inflazionata questione: la vita può ricominciare a cinquant’anni? O, parafrasando una battuta del film, divertirsi (ergo, innamorarsi) non ha davvero età? Pare proprio di sì.

Lo dimostra il trio Streep-Baldwin-Martin che, dopo aver animato l'82esima notte degli Oscar, ha qui l’onere di tenere alto il tasso di comicità. E se un eccesso di sentimentalismo non spegnesse la vitalità dei primi 90 minuti di film, E' Complicato manterrebbe il ritmo comico perfetto. Nel tentativo di rendere originale tanto lo spunto di partenza quanto la conclusione della sua opera numero cinque, la Meyers (anche sceneggiatrice) manda completamente a rotoli il finale, senza sottrarsi all’atavica maledizione che colpisce, nove volte su dieci, la romantic comedy, genere che, più di tutti, rischia lo scivolone sullo stereotipo, pronto ad attenderla al varco come un’infida buccia di banana.

Il plot point 2, per dirla alla Syd Field, infrange il tono brillante e scanzonato della pellicola, precipitandola nel classico momento riflessivo coronato da quesiti altamente esistenziali (Meryl Streep tornerà con l’ex bonaccione o gli preferirà l’architetto gentiluomo?) e da improvvisi e ingiustificati cambiamenti climatici (si scatena un diluvio torrenziale che pare una nuvola fantozziana quando fino ad un minuto prima il sole splendeva imperterrito sulle coste californiane) che lasciano il tempo che trovano.

Se fosse possibile cancellare il finale con un crudele taglio di montaggio si farebbe soltanto il bene di Nancy Meyers ma, sfortunatamente, non si può. Materiale salvabile non manca di certo, grazie alla splendida performance dei tre ultracinquantenni/sessantenni, capaci di mettere in scena le gioie ritrovate del corteggiamento e del sesso con irresistibile verve. Ricchissimo di gag esilaranti, grazie al personaggio sornione di Alec Baldwin (concentrato inarrestabile di battutine a doppio senso e tentativi di seduzione quantomai spassosi), È Complicato ha dalla sua un cast eccezionale, valore spesso aggiunto nella filmografia della Meyers. Meryl Streep si destreggia in cucina come Julia Child e sorprende i puristi fumando erba e parlando di “seme” ma, a riprova del fatto che Nostra Signora di Hollywood può affrontare qualunque ruolo, la sua interpretazione è inappuntabile.

L’ambientazione, al contrario, è ai limiti del fantascientifico, tra panorami mozzafiato, ville sul mare e tavolate imbandite che si prendono tranquillamente gioco della fame nel mondo (e poi c’è chi si lamenta del nostrano Ozpetek): come a dire che la commedia non è genere per poveracci. Si chiude un occhio e si va avanti perchè, nonostante tutto, i dialoghi sono brillanti, si (sor)ride per buona parte del tempo e il riso, come il cibo, fa buon sangue. La preparazione dei croissant caldi al cioccolato è sicuramente una delle forme di corteggiamento più gustose della storia del cinema (senza dimenticare che già Jack Nicholson e Helen Hunt si erano riconciliati davanti ad una panetteria  alle quattro del mattino nella pellicola da Oscar di James L. Brooks) e niente mette buon umore come la cucina casalinga (e se Ozpetek lo ha insegnato a noi italiani, Julie & Julia lo ha ribadito al resto del mondo).

Le musiche sono del premio Oscar Hans Zimmer (candidato quest’anno per Sherlock Holmes) ma anche la scelta dei brani per la colonna si sposa alla perfezione con la vivacità della pellicola.

 

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 3 voti.
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alexmn 7/10

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alexmn (ha votato 7 questo film) alle 21:18 del primo giugno 2011 ha scritto:

grande il richiamo al plot point 2 di Field!

concordo con al critica sul finale...chissà quanto sia stata una sua volontà e non imposto dall'alto!

hayleystark, autore, (ha votato 6 questo film) alle 22:51 del primo giugno 2011 ha scritto:

Hollywood è una brutta bestia Il buon vecchio Syd... certe volte dovrebbero seguirlo un po' meno alla lettera e ne verrebbero fuori delle belle. Il finale è veramente un gran peccato, compromette un ritmo comico che si era mantenuto piuttosto bene. Errata corrige di cui mi sono accorta solo ora: Hans Zimmer ovviamente era candidato per Sherlock Holmes l'anno scorso..