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R Recensione

7/10

Fuori Menù regia di Nacho G. Velilla

Commedia
recensione di Lorenza Biava

Per Maxi (Javier Càmara), proprietario e primo chef del ristorane la Chueca, la vita sembra scorrere abbastanza tranquillamente. In bilico tra i conti da pagare e la volontà di conquistare l'ambita stella Micheline, Maxi, dichiaratamente gay, non si aspetta di vedersi recapitati, dopo la morte della ex-moglie, i due figli avuti dal

matrimonio precedente al suo outing. 

Non si aspetta nemmeno che il nuovo vicino di casa Horacio (Benjamin Vicuna)sia una ex stella del calcio, subito adocchiata dalla maitre Alex (Lola Duenas), single eternamente sfortunata, né si aspetta che questi possa nutrire un qualche interesse per lui. Se ne vedranno delle belle!

Fuori menu’ e’ una commediola spagnola decisamente carina. Fa parte di quel ricco sottobosco comico in cui, secondo me, i cugini francesi e spagnoli per estro e ironia, non dico ci battono, ma sicuramente ci danno del filo da torcere.

Non siete d’accordo? Vogliamo fare i campanilisti a tutti i costi? Bene, pensate a film come La cena dei cretini (Francia.1998), L’apparenza inganna (Francia, 2000), La Comunidad (Spagna, 2000), Crimen Perfecto (Spagna, 2004), Giu’ al nord (Francia, 2008), e poi inanellatemi un’altrettanto ricca corona italiana. In difficolta’? Beh, consolatevi non siamo per forza obbligati ad accontentarci della spazzatura made in Vaporidis o del vuoto a perdere che da vent’anni cercano di propinarci, bonta’ loro, quei coglionazzi dei fratelli Vanzina.

L’alternativa c’e’ ed e’ tenere sott’occhio film come questo, una piccola produzione neanche troppo distribuita nelle sale italiane, che pero’ qualcosa di nuovo, pur nell’ormai classico filone gay declinazione cucina, lo dice.

Parlare di gay non e’ mai stato un gran tabu’ per il cinema spagnolo (cito solo l’esempio piu’ lampante: Almodovar, che sui gay, transessuali e lesbiche ci ha fondato praticamente una reputazione) e se da noi il gaio o e’ una macchietta stereotipata buona per fare il collega frocetto-amico-delle-donne in fiction targate Rai (memento Commesse) o, peggio ancora, e’ assurto a guida drammatica per le travagliate coscienze dei giovani se-sono-un-uomo-non-lo-so stile Optezec (che comunque e’ turco, si, lo so), in Spagna (dove per altro le unioni gay sono permesse gia’ da qualche annetto), e’ una realta’ come un’altra.

E mentre noi o si sta sulla superficie o si cerca un’analisi bolsa, pesante e preferibilmente drammatica, in Fuori menu’ Nacho G. Velilla si permette di concentrarsi sulle sfumature e magari di dire qualcosa di non cosi’ scontato su una condizione che non si sceglie ma chiaramente capita. Lontano dai soliti moralismi all’italiana, il protagonista, Maxi, non ha paura di ammettere che lui quei figli frutto di un matrimonio sbagliato e –dal suo punto di vista- contronatura, non li ha mai voluti, non gli e’ piaciuto farli e non li ha fondamentalmente mai amati. Ora, per giungere ad una tale asserzione (dimostrata per altro ampiamente nel film) in Italia ci vorrebbe un miracolo divino del pari, che ne so, del teletrasporto automatico del Vaticano in Groenlandia.

In questo film invece tutto appare naturale e, a guardarlo per quei 111 minuti, si ha la sensazione che quella raccontata, pur con tutta l’ironia e la verve comica del caso (qualche stereotipo e un lieto fine comunque non mancano), sia sostazialmente una storia vera, reale e coi piedi per terra.

Una commedia per palati raffinati in fin dei conti. Se per voi i gay sono quelli che stanno a novanta mentre vengono sodomizzati da un ananas (e qui non invento ma cito coscenziosamente Vacanze di Natale’91), meglio che lasciate il cervello sotto paraffina – sempre che non l’abbiate gia’ fatto- e andiate a vedervi il prossimo capolavoro Boldi e/o De Sica, altrimenti…Espana ole’!

V Voti

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