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4/10

Take Me Home Tonight regia di Michael Dowse

Commedia
recensione di Alessandro Pascale

 

Siamo nel 1988. Matt Franklin è un giovane laureato al Massachusetts Institute of Technology che lotta per trovare la sua strada e lavora in un negozio al dettaglio specializzato nel videonoleggio. Un giorno, Tori Frederking, la ragazza che amava al liceo, entra nel negozio per caso. Alla domanda su cosa ha fatto della sua vita, lui dice che è un banchiere della Goldman Sachs. Tori, invita Matt a una festa organizzata in occasione del Labor Day da Kyle che succede ad essere il fidanzato di Wendy, la sorella gemella di Matt. Nel frattempo, Barry, venditore di auto e migliore amico di Matt, viene licenziato. Durante la notte, i tre protagonisti si troveranno ad affrontare i diversi aspetti del passaggio dall'adolescenza all'età adulta.

 

Take me home tonight è sostanzialmente un film mediocre che non ha molto da dire. Rappresenta un maldestro tentativo di mettere in piedi una commedia giovanilistica (ma di quelle che in teoria dovrebbero piacere soprattutto ai ventenni un po' precari e un po' sfigati) che punta a riscoprire gli anni '80 mettendone in risalto tutti i suoi paradigmi più stereotipati. Un po' come ha fatto recentemente Gregor Jordan in The Informers, anche se in una versione drammatica ed estremamente più raffinata e virtuosa (in un film peraltro che non ha avuto il riscontro che avrebbe meritato). Limitando il campo alla commedia bisognerebbe quindi provare ad immagirare di fondere malamente l'estetica e la cultura (musiche comprese, ahinoi!) più trash degli anni '80 con il magnus Greg Mottola, che in Superbad portava avanti lo stesso canovaccio narrativo qui presente, mentre in Adventureland si lanciava in una sua personale (e molto “alternativa”) rievocazione degli anni '80. Inutile dire che in entrambi i casi i risultati raggiunti da Mottola erano non su un altro pianeta ma almeno su un'altra costellazione rispetto a quelli cui perviene Dowse.

Si potrebbe discutere sul motivo per cui un'opera del genere giunga ora e con siffatte modalità sullo schermo, ma a questa domanda si risponde facilmente ricordando il successo straripante avuto da film come Una notte da leoni (2009) e i suoi simili. Sensato inserirsi in questo filone e sperare di battere cassa, facendo uscire anche in Italia con notevole ritardo il film, realizzato addirittura un lustro fa (2007).

D'altronde si sfrutta il fatto che là fuori c'è crisi e la gente ha voglia di divertirsi. E se non può permetterselo quanto meno vuole vedere storie in cui altri si divertono e si realizzano al posto loro, sperando magari di trarne stimoli per qualche cocktail o per qualche svolta mistico-filosofica nel proprio stile di vita. Tutto molto triste, specie nel momento in cui un'opera come Take me home tonight non riesce né a divertire né a offrire uno straccio di spunto originale di qualche tipo. Viene addirittura quasi da rimpiangere il tragicomico Zach Galifianakis de Una notte da leoni al posto di questo Dan Fogler che scimmiotta vanamente John Belushi...

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