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6/10

La verità, vi spiego, sull'amore regia di Max Croci

Commedia
recensione di Leda Mariani

Tratto dall’omonimo romanzo di Enrica Tesio, edito da Mondadori, a sua volta ispirato al blog di successo TiAsmo, il film è una piacevole commedia sulle infinte sfumature dell’Amore. La vita di Dora (Ambra Angiolini) è finita sottosopra quando il compagno Davide (Massimo Poggio) l’ha lasciata dopo sette anni di relazione e due figli: Pietro di cinque anni e Anna, di uno. Sopraffatta dalla routine bambini/lavoro, Dora si rifiuta di elaborare il lutto sentimentale, finché non arriva il momento di raccontare la verità a Pietro, che crede ancora che il papà sia via solo per lavoro. Dora, spronata dall’amica Sara (Carolina Crescentini), trova finalmente la forza di reagire e il primo passo sarà riappropriarsi del proprio tempo assumendo l’insolito babysitter Simone (Edoardo Pesce), poeta-bidello e nuovo fidanzato di Sara. Una commedia serena, con una sua dignità, adatta a momenti di relax, o per tirarsi su d’umore, quando proprio butta male.

La commedia, leggera ed abbastanza divertente, si ispira ai fatti realmente accaduti della vita di Enrica Tesio, che hanno permesso la nascita del personaggio di Dora, di cui il film mette in scena le vicissitudini di giovane donna e madre abbandonata dal compagno dopo una relazione duratura. Dora è la voce narrante della propria naufragata storia d’amore e combatte con grinta, cinismo e una buona dose di senso dell’umorismo. Lungo tutto l’arco del film, Dora si rivolge allo spettatore in maniera diretta, evocando parentesi spazio-temporali che rimandano immediatamente alla forma del blog, che sottolineano quanto accade, o chiedono la complicità del pubblico. Affrontando in maniera semplice temi che ogni coppia contemporanea vive nel suo quotidiano: la famiglia, il lutto della separazione, l’enigma di come dirlo ai figli, la macchina da presa resta costantemente su Dora-Ambra, in un’elegante Torino solare e colorata, che diventa un luogo magico dal sapore quasi francese.

I personaggi sono tutti molto al confine tra realtà e finzione, up-class, come in molte commedie americane. Dora è una donna anche un po’ snob, che si occupa di gestire la parte Social del Museo Egizio e che ha gli agi e i vizi di una buona famiglia ex-sessantottina. Una delle cose più divertenti è l’accostamento tra le suocere della coppia: la madre di Dora, molto ben interpretata da Pia Engleberth, che dopo aver provato libertà sessuale e trasgressione è diventata fanatica di ciò che è bene per il pianeta, e Roberta, interpretata da Giuliana De Sio, nonna “Milf” che non accetta il passare degli anni, molto orientata su “nuovi territori” da conquistare.

La cosa più interessante del film (il primo interamente prodotto da Notorious Pictures) che in generale, per le tematiche ed il modo in cui ha scelto di affrontarle, trovo personalmente molto televisivo e aderente all’estetica della Fiction seriale, è forse la fotografia, patinata ma interessante, che gioca molto bene con la scenografia molto curata di Walter Caprara, soprattutto dal punto di vista coloristico. Fabio Zamarion ha scelto di tenere la MdP quasi sempre in movimento, con tagli veloci e spostamenti a mano molto evidenti. Lo stile dà in effetti la possibilità di arricchire alcuni momenti del film con Stop-frame, grafica, split screen, confezionando un’opera POP: e questa è la sua parte più originale.

Ciò che emerge è senza dubbio il fatto che sovente nessuno degli amanti di una relazione ha colpe, ma semplicemente a volte, come viene, l’amore se ne va. Come in un film minore di Blake Edwards: That’s Life. Come ha raccontato anche la Tesio, <<il titolo è solo marketing: io continuo a farmi le domande sbagliate. Ma se sei fortunato, a tenerti su resta il senso dell’umorismo, che io ho ritrovato in tutte le persone che hanno lavorato a questo film. Persone che condividono con me un romanticismo un po’ cialtrone: quel ridere nel pianto che è poi, qualche volta, l’Amore>>.

Ottima interpretazione di Ambra Angiolini, che si conferma una brava e versatile attrice per il cinema, così come in 7 Minuti, di Michele Placido, ne la Volpe e la bambina di L. Jacquet e in Saturno contro, di F. Ozpetek, o in teatro, sul palcoscenico di Ferite a morte, di Serena Dandini.

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