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7/10

Se Solo Fosse Vero regia di Mark Waters

Commedia
recensione di Francesco Carabelli

David è alla ricerca di un nuovo appartamento per dimenticare il passato. Elizabeth è un giovane medico che dedica la sua vita al prossimo. Non lo sanno ancora ma il destino ha deciso per un  loro incontro...peccato che sarà un incontro solamente spirituale....ma ogni speranza di un incontro reale starà nell'amore di David per Elizabeth

Non sempre le commedie sono fatte solo per farci ridere, talvolta sono capaci di farci riflettere. Se solo fosse vero tratta con brio e leggerezza temi che ci stanno a cuore e che sono decisivi per la nostra società, in primis il tema dell’eutanasia. Come dobbiamo comportarci di fronte ad una situazione di coma dal quale la speranza di risveglio è flebile? Il regista sembra lasciare una porta aperta e in questo mi sono trovato colpito positivamente da questa piccola commedia, laddove altri registi si sono fatti latori di un messaggio negativo che fa passare come amore e dedizione lo staccare la spina.

Certo ci sono (ed è tipico di ogni commedia) delle semplificazioni, ma il messaggio che ne traspare è positivo: la libertà umana ha dei limiti e riconosce una presenza Altra che guida le vite umane (che nel film viene chiamata genericamente destino). Commedia nel complesso  molto divertente che cerca di sdrammatizzare le situazioni drammatiche che deve fronteggiare. Lo script si ispira all’opera dello scrittore francese Marc Levy, rivedendola e aggiornandola nei luoghi e nei personaggi. Ne rimane la trama di base e la provocazione alla coscienza morale del singolo.

Volendo trovare dei riferimenti cinematografici la commedia del regista Mark Waters, trova ispirazione da un’opera di Joseph L. Mankiewicz: Il fantasma e la signora Muir. In entrambe le opere un nuovo inquilino deve fare i conti con la presenza dello spirito dell’inquilino precedente. In Mankiewicz tuttavia era una donna a fronteggiare lo spirito di un capitano, in Waters invece il giovane architetto paesaggista David deve affrontare lo spirito di una donna medico,Elizabeth,  che tuttavia scoprirà essere non ancora defunta, ma costretta in un letto di ospedale e in bilico tra la vita e la morte a seguito di un incidente stradale.

Diversi anche i finali perché l’amore che si sviluppa con la conoscenza tra le parti avrà sviluppi in vita in nella commedia di Waters e non nell’al di là come in Mankiewicz. La commedia di Waters può contare sulla presenza di attori di primo piano nel cinema americano: Mark Ruffalo (Zodiac)  nella parte di David, Reese Whiterspoon (premio Oscar per Quando l’amore brucia l’anima) nella parte di Elizabeth e un singolare Jon Heder (già Napoleon Dynamite) nella parte di un libraio particolare capace di mettersi in contatto con gli spiriti. Emerge la vis comica di Ruffalo, soprattutto in alcune scene, nelle quali deve simulare la presenza dello spirito e il dialogo con Elizabeth che appare solo a lui e non a tutti gli altri protagonisti della vicenda.

Certo per il regista è stata una sfida far interagire gli attori presenti come se non ci fossero e rendere visivamente alcune scene nelle quali lo spirito di Elizabeth cerca di entrare in contatto fisico con David. Ricercate le ambientazioni ,sia quelle in ambienti reali, girate in una magnifica San Francisco, che ci ricorda la San Francisco di Vertigo, sia quelle in studio con ricostruzioni di giardini pensili che colpiscono e stimolano la fantasia dello spettatore. Nel complesso un’opera ben fatta, certo senza grosse pretese stilistiche, ma capace di farci trascorrere un paio d’ore di divertimento che stimola la nostra coscienza pensante.

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